Sono iniziate le vaccinazioni antinfluenzali nella tensostruttura allestita nel Parco dello Sport, in via Di Vittorio. La struttura, messa a disposizione dal Comune per garantire in questo momento emergenziale uno spazio ampio in cui effettuare la profilassi in sicurezza e accelerare le tempistiche per la somministrazione del vaccino, è gestita dalla Croce Rossa in collaborazione con la Protezione Civile.
Per poter sottoporsi alla vaccinazione occorre fissare appuntamento con il proprio medico curante. Nel caso in cui lo stesso non avesse aderito alla campagna antinfluenzale potrebbe aver delegato la somministrazione ad altro collega dello stesso territorio. Se così non fosse, significa che le dosi di vaccino non sono state richieste e sono ancora nelle disponibilità di Ats. Per vaccinarsi occorre contattare il numero verde Ats 800.638.638 (oppure 02.999.599 da cellulare) da lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.00 escluso i festivi).
Ai pazienti del dr. Zaina le vaccinazioni saranno assicurate dalla Croce Rossa che, per le prenotazioni, risponde al numero 02/57602152 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.
Presentarsi al Parco dello Sport senza appuntamento non solo è inutile, ma potrebbe determinare assembramenti non consentiti e renderebbe difficoltoso lo svolgimento delle operazioni.
I vaccini somministrati nella tensostruttura sono quelli distribuiti gratuitamente da Ats ai pazienti definiti ‘fragili’. L’amministrazione non ha nessuna autorità o competenza per intervenire sul numero delle dosi fornite ai medici di base che operano sul territorio, ma per garantire una prevenzione diffusa ha richiesto 1000 dosi di vaccini. Ora si attende la risposta di Ats.
“Quest’anno, la vaccinazione antinfluenzale ha un’importanza decisiva perché, oltre a prevenire l’insorgere dell’influenza stagionale, rappresenta un elemento di semplificazione della gestione e diagnosi dei casi Covid- 19– spiega il sindaco Antonino Nucera – Con queste nuove dosi di vaccino vorrei riuscire ad intercettare i bisogni dei miei concittadini che, seppur non rientranti nelle cosiddette “fasce a rischio” per questioni familiari o di servizio, sono costantemente a contatto con potenziali vettori”.