Le cronache ne parlano da alcune settimane. L’allarme è scattato da pochi giorni dopo la morte di un 82enne che aveva consumato dei würstel.
A causare il decesso, dopo attenti esami, è stato il batterio della listeria. Le autorità sanitarie stanno conducendo indagini sugli alimenti potenzialmente correlati ai casi umani di listeriosi, malattia causata dall’agente patogeno Listeria monocytogenes, che colpisce l’uomo e gli animali.
Dopo pochi giorni un nuovo allarme che ha causato il ritiro di diversi lotti di mortadella supergigante prodotta da Veroni
La listeria
La listeria è presente in natura, in terreni, acque, piante e animali come bovini, ovini e caprini, che possono diventare portatori del batterio. Seppur rara, la listeriosi è spesso grave, con elevati tassi di ricovero ospedaliero e mortalità. Nelle persone infette i sintomi variano, da lievi disturbi simil-influenzali, come nausea, vomito e diarrea, a infezioni più gravi, quali meningite e altre complicanze potenzialmente letali.
Le persone più sensibili alle infezioni da Listeria sono gli anziani, le donne in gravidanza, i neonati e le persone con deficit del sistema immunitario. Per l’uomo il principale veicolo di trasmissione è il consumo di cibo. La listeria, infatti, tende a proliferare negli alimenti, soprattutto in quelli freschi, ma sopravvive anche sulle superfici con cui vengono a contatto come quelle di posate, contenitori, coltelli, e nel frigorifero.
In generale, i cibi più a rischio sono quelli pronti al consumo, come i wűrstel nel caso dell’uomo deceduto, inclusi i surgelati. Indagini batteriologiche hanno rinvenuto la listeria in tramezzini al salmone.
Le buone pratiche di produzione degli alimenti e il rispetto delle prassi igieniche rivestono un’importanza fondamentale per tutelare la salute pubblica. Gli esperti comunque stimano che un terzo dei casi di contaminazione sono causati dal proliferare di Listeria monocytogens in alimenti preparati in casa e conservati in frigo.
Per evitare rischi l’esperta di pH labs, Monica Filippini, suggerisce: “Rispettare la data di scadenza, mantenere una temperatura del frigo minore di 5°C, tenere separati i cibi crudi (vegetali e carni) da quelli cotti o pronti al consumo, lavare molto bene i vegetali da consumare crudi e cuocere i cibi in modo appropriato, non far mangiare a bambini molto piccoli salsicce crude o pesce crudo”. Poche ma chiare prassi di produzione e conservazione dei cibi per evitare allarmismi e continuare a consumare i nostri cibi preferiti.
Giovanni Abruzzo
L’eco di Milano e Provincia • n. 10 / 2022

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