I Comuni lombardi sono pronti a unire gli sforzi per andare in soccorso della popolazione afghana, ma è necessario procedere al potenziamento della rete di accoglienza e rendere disponibili risorse adeguate ad affrontare una simile emergenza.
La posizione dell’Anci Lombardia
“Ci sarà tempo e ci dovrà essere il modo, utile e serio, per riflettere e ragionare sulle lezioni storiche che ci vengono dal dramma di queste ore. Oggi c’è un’urgenza imperativa. Costruire immediati canali di accoglienza per chi fugge dalla tragedia di una terra e di un popolo martoriati – ha affermato Mario Guerra, Presidente di Anci Lombardia – nella quale tornano ad essere in grave pericolo e calpestati diritti umani essenziali. Penso soprattutto alle donne ed ai bambini che si vedono riprecipitare in un regime e in una vita di segregazione, umiliazione e terrore. Mentre auspichiamo che la pressione e la mobilitazione internazionale impediscano violente accelerazioni, i Comuni lombardi sono pronti a fare la loro parte e si uniscono allo sforzo dei tanti Comuni italiani che in queste ore si sono detti pronti ad accogliere i civili che hanno collaborato con le nostre missioni in Afghanistan e i rifugiati che fuggono da quella terra”.
“Ci uniamo, quindi, all’appello formulato da Anci Nazionale al Governo – ha poi concluso Guerra – perché intanto potenzi la rete Sai (Sistema Accoglienza Integrazione, NdR) già presente nei nostri territori, con risorse mirate, per poter accogliere e inserire le famiglie che rientrano e rientreranno nei programmi di protezione del Governo, concordati con l’Unione Europea e con la comunità internazionale”.
Sala: “Occorre un coordinamento a livello internazionale”
Intanto ieri il Sindaco di Milano, Beppe Sala, attraverso un tweet ha chiarito che “la questione afghana va gestita con un coordinamento a livello internazionale. Aspettiamo istruzioni dal Governo, nel frattempo ci stiamo preparando con i nostri servizi sociali a gestire l’accoglienza dei profughi che dovessero essere indirizzati sul territorio milanese”. Sala ha inoltre precisato che il Comune “sta prendendo contatto con le Ong che operano a Milano e che, in alcuni casi, hanno esperienza diretta in Afghanistan.”
Le “promesse talebane” e la posizione del Governo Italiano
Repubblica riporta nuovamente le dichiarazioni del sedicente Governo Afghano: “Terzo giorno dell’Emirato islamico. L’impegno per i diritti delle donne, controllate dalla legge islamica della sharia, lo stop alla produzione di droga e oppio, l’assicurazione che l’Afghanistan non ospiterà più combattenti di Al Qaeda e la promessa di non vendicarsi con nessuno. Sono i contenuti della prima conferenza stampa talebana che si è tenuta ieri.
Il Governo del cosiddetto Emirato islamico difficilmente verrà riconosciuto dalla comunità internazionale e l’Italia e l’Europa, anche se non è ancora stato detto apertamente, non apriranno un canale di dialogo nella regione mediorientale. Ciononostante il primo passo arriva proprio dal Presidente Mario Draghi che annuncia la volontà di portare il dossier Afghanistan al tavolo del G20 a presidenza italiana.