Si chiude il giallo dell’omicidio di Andrea Zamperoni

Dopo due anni la prostituta arrestata confessa l'omicidio dello chef del Cipriani di New York.

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Andrea Zamperoni. Foto d'archivio Ansa
Andrea Zamperoni. Foto d'archivio Ansa

Dopo due anni di silenzio ha confessato Angelina Barini, la prostituta arrestata il 21 agosto 2019 con l’accusa di aver ucciso Andrea Zamperoni.

La confessione dell’omicidio Zamperoni

Lo chef italiano, originario di Zorlesco, frazione di Casalpusterlengo (Lodi), lavorava come capo chef a New York presso il ristorante Cipriani Dolci al Grand Central Terminal. Dinanzi alla Corte Distrettuale di Brooklyn la Barini ha ammesso di essere colpevole dell’accusa che le era stata mossa. Il cadavere di Zamperoni era stato ritrovato avvolto in una coperta al primo piano del Kamway Lodge, un ostello nel quartiere del Queens. All’arrivo della polizia, avvertita da un informatore, la donna era nuda, in preda a una crisi e urlava indicando agli agenti il corpo di Zamperoni. Le cause del decesso del 33enne di Lodi, avvenuta nella notte tra il 18 e il 19 agosto 2019, sono dovute a un cocktail a base di fentanyl, un oppioide sintetico 100 volte più potente della morfina. Insieme alla Barini, canadese di origini italiane, nel 2019 fu tratto in arresto anche il suo ex fidanzato, Leslie Lescano, accusato di averle fornito la droga. 

L’imputata è pronta così a patteggiare la condanna per “morte conseguente a somministrazione di droga”, un reato che eviterebbe una sentenza ben più pesante per omicidio volontario. L’obiettivo della Barini, da quanto lei ha dichiarato, era quello di derubare lo sfortunato avventore. La circostanza che il cadavere fosse avvolto in una coperta fa pensare a una chiara volontà di sbarazzarsi del corpo. A carico di Angelina Barini ci sono già 24 precedenti penali per vari reati, che vanno da quelli di natura patrimoniale al possesso di droga. Il suo complice continua a dichiararsi completamente estraneo alla vicenda ma gli investigatori proseguono le indagini a loro carico anche per fare luce sulla morte di altri tre uomini avvenuta in circostanze molto simili a quella di Zamperoni. L’italiano aveva lasciato Casalpusterlengo nel 2009 per trasferirsi a Londra presso il Gruppo Cipriani e da qui, nel 2018, aveva raggiunto gli Stati Uniti lavorando sempre per Cipriani prima a Miami poi a Las Vegas, prima di approdare a New York.

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