Saranno conferite sabato 9 settembre nell’ambito della Festa “NOI SEGRATE 2023 BOOM” le Api d’Oro assegnate per il 2023 a segratesi che con la loro operosità in ogni ambito del quotidiano, nella vita professionale, nel settore scientifico e della ricerca, nel sociale, nella cultura e nello sport, hanno contribuito e contribuiscono ogni giorno a far crescere il nome e l’eccellenza della città.
La cerimonia si terrà alle ore 10.30 al Centroparco, in caso di maltempo al Centro Verdi di via 25 Aprile.
All’evento si esibirà il Coro femminile Philomela.
Anche per il 2023 sono state numerose le candidature pervenute all’attenzione del sindaco che le ha vagliate insieme agli altri membri della Commissione Ape d’Oro:
- Enza Orlando, presidente onorario dell’Associazione di Promozione Sociale D come Donna
- Luigi Parodi, giornalista di San Felice
- Franco Curcio, presidente delle Acli di Segrate
- Pier Luigi Sarzi Sartori, presidente dell’associazione ASD Alba Segrate
- Laura Orsenigo, giornalista di Milano 2
- Emanuela Ronzone, cittadina attiva del quartiere di Novegro
Le Api d’Oro 2023 sono concittadini che nelle azioni di ogni giorno rappresentano un esempio da seguire per il loro grande cuore, la bontà d’animo e generosità, per la tenacia e la determinazione con cui hanno realizzato il sogno della propria vita, per l’amore per la Comunità che li ha spinti a impegnarsi nel volontariato, nel sociale e ad agire in prima persona e in prima linea per il bene di Segrate.
Sono stati premiati: la dedizione e l’abnegazione per il proprio lavoro e, in questo ambito, le sfide, combattute e vinte senza mai arrendersi, per abbattere le barriere della disabilità; l’impegno nel volontariato, svolto con entusiasmo e generosità; il senso di appartenenza alla Comunità cittadina che porta a prodigarsi per il suo bene e la sua crescita; l’impegno civico e politico, in militanza attiva per tutelare il bene, lo sviluppo di Segrate sotto ogni profilo, sociale, produttivo, educativo e formativo, culturale.
Queste le “Api d’Oro 2023”
Alice di Luca e Alis Focacceria
Una bellissima storia. E un orgoglio che sia una bellissima storia segratese. Alice, imprenditrice poco più che ventenne, nel 2019 apre un’attività sotto i portici di via 25 Aprile chiamandola “Alis Focacceria”.
Potrebbe sembrare uno dei tanti locali che abbiamo nell’hinterland, ma non è così. Perché Alis è una focacceria molto particolare.
A cominciare dal nome: Alis, A sta per Alice e LIS è l’acronimo di Lingua dei Segni Italiana. A servire al bancone, è proprio lei, Alice di Luca, sordomuta fin dalla nascita, che ha deciso di ricreare in città un angolo di Liguria, regione da cui proviene la sua famiglia, tra focacce, dolci e pizze.
Nel suo percorso, non sono mancate le difficoltà ma, Alice non è mai stata sola. Ad aiutarla nella sua avventura, sia nella vendita che ai fornelli, la mamma Irene e il marito. Così Alice è riuscita a costruire il suo “Paese delle Meraviglie”, la sua “Wonderland”.
Oggi la focacceria è un punto di ritrovo, affollata ogni giorno da chi assapora uno dei tanti tipi di focacce a disposizione, il nostro sindaco consiglia quella al formaggio, e, nello stesso tempo è incuriosito dalla lingua dei segni e cerca, insieme ad Alice, di conoscerla e impararla.
Motivazione
Per una persona sordomuta stare a contatto con il pubblico è una sfida continua, ma Alice questa sfida l’ha vinta abbattendo con la sua tenacia e determinazione le barriere della disabilità. Per questo è stato un onore conferire l’Ape d’Oro ad Alice di Luca e alla sua Alis Focacceria.
Alice comunica con i suoi clienti attraverso la lingua dei segni. Ha sempre avuto il sogno di gestire un’attività tutta sua e, dopo essersi diplomata al liceo artistico, in pochi mesi ha dato vita a un locale in cui, oltre a poter gustare delle squisite specialità, si può anche imparare la lingua dei segni.
Per aiutare i suoi clienti, Alis ha inserito all’ingresso due grandi quadri in cui spiega come ordinare utilizzando la LIS.
Angela e Ambrogio Vecchio
Per la loro candidatura è arrivata al sindaco e alla Commissione una raccolta di firme lunghissima.
Angela e Ambrogio abitano a Milano 2 dagli anni ’70 nelle case di via Fratelli Cervi. Prima con i figli Marco e Matteo, oggi da nonni di tre fantastici nipoti. Ambrogio è da decenni un punto di riferimento per il Centro sportivo Schuster e da sette anni ne è il presidente.
Già dalla scomparsa di padre Morell, lo ha timonato con altri fedelissimi che credevano nel progetto e ne condividevano i valori di accoglienza, solidarietà e sportività. Lo scorso anno, con l’arrivo in città dei profughi ucraini, si è prodigato molto per accoglierli al meglio nel centro sistemando alcuni alloggi ormai in disuso.
A Milano 2 e Lavanderie si è sempre dato da fare, spesso nell’ombra, nell’organizzazione delle varie iniziative parrocchiali e del quartiere, svolgendo i lavori più faticosi e pesanti.
I parroci hanno spesso chiesto aiuto ad Ambrogio per i lavori manuali che ha sempre svolto con grande disponibilità.
Non c’è evento che non sia contrassegnato dal suo contributo. E, al suo fianco, c’è sempre sua moglie Angela, che svolge tantissime attività di cui molti non sono neanche a conoscenza. Riordina, pulisce, seleziona oggetti, giochi e vettovaglie che i parrocchiani portano in chiesa per destinarli ai mercatini di beneficenza.
In ogni modo e con tutte le sue energie si adopera nelle feste parrocchiali, rigorosamente in prima linea. Anche Angela non si tira mai indietro quando c’è qualcosa da fare per il quartiere e la comunità ed è sempre pronta a offrire la propria preziosa collaborazione.
Motivazione
Esempio concreto di quello che significa sentirsi parte di una comunità, chiamati per questo a prodigarsi per il suo bene e la sua crescita. Modello per tutti e in particolare per le nuove generazioni a comportarsi nello stesso modo per costruire insieme, ognuno con il proprio contributo, fatto di gesti spontanei e dedizione autentica, una collettività viva e unita.
Angela e Ambrogio non potranno essere presenti alla cerimonia. Ritirerà la benemerenza per loro il figlio Marco.
Biblioteca La Scighera
Cinquanta anni fa sei donne, tutte con una famiglia sulle spalle e appena arrivate a San Felice, si incontrano e diventano amiche. Tra i loro interessi in comune, lo scambio di idee e di libri. È il seme gettato in un terreno fertile sul quale cresce rapidamente l’idea di realizzare una biblioteca che le sei amiche curano amorevolmente e con uno spirito imprenditoriale singolare per il loro tempo.
Oggi nel quartiere c’è una biblioteca, “La Scighera”, efficiente e con una storia di continua crescita. A questa storia appartiene anche l’istituzione del cinema del quartiere, nato per finanziare l’acquisto di libri e ospitato fino al 1976 nella scuola elementare. Oggi si chiama Sanfelicinema, una realtà in grado di proporre ogni settimana film appena usciti nelle sale e che continua a mantenersi viva sempre grazie al volontariato.
Tre di quelle sei amiche di cinquant’anni fa sono ancora tra noi, testimoni dei primi passi di una bella avventura che ha portato San Felice ad avere una biblioteca e un cinema. Sono Anna Talentino, Luisella Allegrini ed Enrica “Ricky” De Bartolo.
Motivazione
Ad Anna Talentino, Luisella Allegrini ed Enrica “Ricky” De Bartolo e alla loro “creatura”, la Biblioteca la Scighera, l’onore di conferire l’Ape d’Oro premiando la passione comune e l’amore per il proprio quartiere che si è tradotto in opera di volontariato iniziata mezzo secolo fa e ancora forte, che ha regalato a San Felice due importanti luoghi di cultura e di socialità.
Gianfranco Rosa
Con lui è stato premiato l’amore per la propria città che diventa impegno civico e politico per tutelarne il bene.
Classe 1935, segratese dal 1942, Gianfranco Rosa per quarant’anni lavora in grandi società del settore metalmeccanico. Nonostante il peso del proprio impegno professionale, non rinuncia a dedicarsi ai diritti dei lavoratori.
Vicesegretario FIM-CISL, fino alla pensione è stato membro di rappresentanza di fabbrica. Con la stessa dedizione segue ed è protagonista della vita della città, in particolare in ambito politico e sociale, con un intensissimo percorso.
Sindaco negli anni 70, per decenni sui banchi del Consiglio comunale, si è speso con passione e con ogni energia per Segrate. Nel 1958 ha fondato il circolo Acli a Lavanderie, per molti anni è stato membro del direttivo delle rappresentanze di Segrate ed è tuttora attivista. Continua a essere presente e partecipe della vita del quartiere in cui vive, Redecesio. Fa parte anche del coro della parrocchia.
Motivazione
Per l’amore dimostrato nel corso della sua vita nei confronti della città, tradotto in impegno civico e politico, in militanza attiva per tutelarne il bene, lo sviluppo e la crescita sotto ogni profilo: sociale, produttivo, educativo e formativo, culturale.
Mario Maccali
Anche a sostegno di questo premiato è arrivata una nutrita raccolta di firme.
Segratese doc, quarto di cinque figli, è cresciuto in una famiglia tradizionale, guidata dal padre, giardiniere, e dalla mamma, casalinga. Sin da bambino è aperto e socializza con i suoi coetanei e sin da bambino segue con passione l’attività del padre aiutandolo nel suo lavoro.
Questo gli permette di apprendere sul campo i fondamenti della botanica, di conoscere le essenze e come trattarle e prendersene cura. Sulle orme del padre, viene assunto nel Comune di Milano come giardiniere, attività che svolge fino al pensionamento e che lo porta a conoscere quasi per nome tutti gli alberi della città contribuendo alla loro tutela. L’albero a cui è più “affezionato” è l’olmo sotto cui era solito sostare il grande poeta Giuseppe Parini.
Non ha mai smesso di fare il lavoro che ama, conteso da chi ha giardini, fiori e piante da curare.
Nello stesso tempo è attivo a tutto campo nel volontariato, con la sua straordinaria generosità e disponibilità: è impegnato con gli Alpini, con l’associazione e la fondazione le Vele, con tutte le parrocchie.
Sempre presente nelle ricorrenze della tradizione, come la Festa di San Vittore; nelle commemorazioni istituzionali, come il 25 Aprile, e il 4 Novembre; nelle principali celebrazioni liturgiche.
Per molti anni è stato il “Babbo Natale” di Segrate, regalando tante caramelle e sorrisi ai bambini della città.
Motivazione
Per lo straordinario esempio di dedizione e abnegazione per il proprio lavoro; per l’importante impegno nel volontariato, svolto con entusiasmo e generosità; per il forte senso di appartenenza alla Comunità cittadina.