Banca d’Italia: nel 2022 la Lombardia è cresciuta a ritmi sostenuti

Dal rapporto emergono segnali di vivacità ma in Europa aleggia lo spettro della recessione

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Incremento del prodotto regionale stimato al 3,8 per cento nel 2022, leggermente superiore a quello nazionale (3,7 per cento); crescita del fatturato in tutti i comparti dei servizi privati non finanziari – in particolare in quello dell’alloggio e ristorazione, che aveva risentito maggiormente delle misure di contenimento della pandemia; raggiungimento dei traguardi fissati dalla UE sul versante della strategia di transizione energetica approvata nel 2019 (cosiddetto Green Deal, i cui programmi finali sono fissati al 2020). La Regione ha infatti raggiunto i precedenti obiettivi, che le assegnavano – entro il 2020 – un target vincolante di consumi finali coperti da fonti di energia rinnovabile pari all’11,3 per cento.

Analizzando i dati contenuti nel “Rapporto annuale sull’economia della Lombardia”, realizzato dalla Banca d’Italia, emergono segnali incoraggianti sulla tenuta del tessuto produttivo lombardo. L’economia regionale nel 2022 ha continuato a crescere a ritmi sostenuti, beneficiando del forte incremento dell’attività nel settore delle costruzioni e della ripresa in quello dei servizi. 

La crescita robusta del biennio 2021-22 ha portato il PIL lombardo a superare il livello del 2019 del 3,4 per cento, un valore di molto superiore a quello registrato dall’economia italiana nel suo complesso (1,0 per cento).

Fontana: “Numeri incoraggianti”

“I numeri sono davvero molto incoraggianti e confermano, come sostengo da tempo, che la Lombardia ha intrapreso la strada giusta per affrontare le sfide del futuro”, ha commentato Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia. “Riconosciamo innanzitutto il merito dei nostri imprenditori e, in parte, anche del modello di collaborazione tra pubblico e privato. Un modello di sussidiarietà che agevola e dà fiducia agli imprenditori producendo i risultati resi noti oggi che, ci auguriamo, vengano confermati anche in futuro”.

Bene l’export ma preoccupa il costo dell’energia

Le esportazioni hanno continuato a sostenere l’attività e le imprese della regione hanno mantenuto le proprie posizioni sui mercati internazionali. In un contesto dinamico e reattivo alimentato da una rete imprenditoriale d’eccellenza si fanno largo, però, una serie di insidie che rischiano di inficiare i risultati nel breve e nel medio periodo.

Tra i fattori che rischiano di rallentare il vento della ripresa incombe su tutti quello relativo alla guerra. L’invasione russa dell’Ucraina ha accentuato l’incremento dei costi energetici e le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e prodotti intermedi. Queste tensioni si sono tradotte in una forte accelerazione dei prezzi e in un moderato rallentamento dell’attività in corso d’anno. 

Il quadro macroeconomico e l’inflazione

L’incremento dell’indice dei prezzi per l’intera collettività lombarda è passato dal 4,1 per cento nel mese di gennaio del 2022 (rispetto allo stesso mese del 2021) all’11,0 per cento in dicembre, un valore di poco inferiore alla media nazionale. Nei primi mesi del 2023 l’inflazione è diminuita, pur rimanendo elevata nel confronto storico.

L’espansione della produzione ha sostenuto i profitti

Nell’industria l’espansione della produzione e del fatturato a prezzi costanti è proseguita, mentre per il 2023 l’Indagine della Banca d’Italia rileva attese di una contenuta diminuzione delle vendite. Gli investimenti, dopo la forte ripresa post- pandemica nel 2021, sono aumentati a tassi elevati anche nel 2022; per il 2023 i piani aziendali sono invece improntati a una riduzione dell’accumulazione. 

Nelle costruzioni, per il 2023 le imprese edili si attendono una riduzione della produzione, anche per il minore stimolo derivante dagli incentivi. Nel mercato immobiliare le transazioni e i prezzi delle abitazioni sono aumentati in misura consistente e più che nella media del Paese.

L’espansione della produzione ha sostenuto i profitti delle imprese, nonostante la diminuzione dei margini per unità di prodotto: i forti rincari delle materie prime e dei beni energetici sono stati infatti solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi di vendita. I positivi risultati di bilancio hanno consentito alle imprese di preservare ampie disponibilità liquide e proseguire con il consolidamento della posizione patrimoniale.

I finanziamenti bancari sono ancora cresciuti nel 2022, ma un possibile fattore di rischio è rappresentato dal rialzo del costo dell’indebitamento, a cui è esposto circa il 75 per cento dei prestiti alle imprese lombarde.

Il tema della transizione ecologica ha continuato ad attirare risorse sul mercato: quasi un decimo dei titoli di debito emessi in regione è stato di tipo green e gli investimenti di private equity in campo ambientale ed energetico sono raddoppiati rispetto al 2021.

La transizione energetica e le azioni delle imprese

Rispetto al 2012, i consumi regionali pro capite di energia sono diminuiti; dall’altro è aumentata la capacità installata in regione degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Le imprese, soprattutto quelle industriali, hanno iniziato a realizzare o a programmare investimenti per migliorare l’efficienza energetica e incrementare l’utilizzo o la produzione di energie rinnovabili. 

Luigi Federico Signorini, Direttore Generale della Banca d'Italia
Luigi Federico Signorini, Direttore Generale della Banca d’Italia

“La robustezza recentemente dimostrata dall’economia riflette in qualche misura un processo di ristrutturazione e selezione che ha interessato il tessuto produttivo nell’ultimo decennio – ha affermato il Direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini – favorendo la riallocazione delle risorse verso imprese più produttive e competitive. 

Tutto questo è legittimo motivo di soddisfazione. Ma non vorrei che al clima tetro che prevaleva fino a poco tempo fa ne subentrasse ora uno troppo euforico: che l’Europa sia, seppure marginalmente, in recessione, non è certo una buona notizia per noi, che abbiamo col resto d’Europa così fitti rapporti commerciali”. 

Cresce il reddito dei lombardi ma aumenta anche l’indebitamento

Nel 2022 il reddito delle famiglie lombarde è cresciuto ma il potere d’acquisto si è ridotto a causa del concomitante forte aumento dei prezzi. È in aumento, però, anche l’indebitamento delle famiglie, cresciuto sia nella componente destinata a finanziare i consumi, sia in quella dei mutui per l’acquisto di abitazioni. La crescita dei tassi di interesse (per i nuovi mutui al 3,3 per cento a fine anno, dall’1,7 a dicembre 2021) e criteri di erogazione più selettivi hanno indebolito la domanda di nuovi finanziamenti.

Gli occupati sono aumentati in modo significativo, raggiungendo nell’ultimo trimestre dell’anno i livelli del 2019.