Carla Fracci, la signora della danza italiana e mondiale, si è spenta nella sua Milano all’età di 84 anni.

Sare ebbe bello se il Comune di Milano, giudicato da alcuni un po’ “ingrato” nei suoi confronti, la omaggiasse con una statua moderna, semplice e “leggera” come era la sua personalità. Magari con un’opera in marmo bianco, quel bianco che la vestiva elegantemente da così tanti anni, e che la veda ballare discretamente celata dal verde di alcuni alberi al centro di una piazza, dove l’umanità le scorre intorno, come in una danza.

“Il balletto ha un linguaggio più penetrante di quello teatrale, forse è proprio l’assenza della parola a renderlo tale”

Carla Fracci

La vita

Nacque a Milano il 20 Agosto 1936. All’inizio della guerra venne sfollata per sfuggire al rischio dei bombardamenti e si trasferì con la famiglia a Gazoldo degli Ippoliti (Mantova), poi a Cremona fino al ritorno a Milano al termine del conflitto.

Ha una sorella, Marisa Fracci, anch’essa ballerina di danza classica. Sposò il regista Beppe Menegatti nel 1964 ed ebbe con lui un figlio, Francesco, nel 1969.

È stata presidente dell’associazione ambientalista Altritalia Ambiente e nel 2004 viene nominata “Ambasciatrice di buona volontà” della FAO. Dal 2009 al 2014 è stata Assessore alla Cultura della Provincia di Firenze e nel 2015 è stata “ambasciatrice” all’Expo di Milano.

Nel 2013 esce la sua autobiografia: Passo dopo passo, la mia storia.

Leggerezza, tecnica, eleganza e una forte capacità interpretativa sono le caratteristiche che hanno fatto di Carla Fracci una delle ballerine più apprezzate di tutto il ‘900. La sua riservatezza, il suo stile e la sua semplicità ne hanno fatto una vera e propria icona femminile.

“Le straordinarie doti artistiche e umane, che hanno fatto di lei una delle più grandi ballerine classiche dei nostri tempi a livello internazionale. Carla Fracci ha onorato, con la sua eleganza e il suo impegno artistico, frutto di intenso lavoro, il nostro Paese”

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica

La carriera

Tutto cominciò con un’audizione al Teatro La Scala: “Progettavo di fare la parrucchiera, anche quando, dopo la guerra, ci trasferimmo in una casa popolare a Milano. Però sapevo ballare e così allietavo tutti al dopolavoro ferroviario, dove mi portava papà. Fu un’amica dei miei che li convinse a portarmi all’esame di ammissione alla scuola di ballo della Scala. E mi presero solo per il “bel faccino”, perché ero nel gruppo di quelle in forse, da rivedere.” [Corriere.it, 13 agosto 2017]

Al Teatro La Scala cominciò a studiare nel 1946, dopo solo due anni divenne “ballerina solista”, nel 1955 debuttò alla Scala nella Cenerentola e divenne prima ballerina nel 1958.

Negli anni sessanta danza per compagnie straniere: London Festival Ballet,  Royal Ballet, Stuttgart Ballet e il Royal Swedish Ballet. Lavora ai massimi livelli per almeno un ventennio calcando il palcoscenico con grandi artisti come tra cui Erik Bruhn, Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Mikhail Baryshnikov e Roberto Bolle.

Il grande successo di Giselle del 1972 la incoronò come ballerina ed interprete d’eccellenza, nella sua carriera si distinse inoltre in vari ruoli e opere come Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini e Medea.

Alla fine degli anni ottanta dirige il corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli, quello dell’Arena di Verona nel biennio 96-97 e per un decennio quello del Teatro dell’Opera di Roma.

Ha tenuto solo due mesi fa un “Masterclass di balletto” alla Scala di Milano che, come ha dichiarato il figlio Francesco, “le ha dato molta gioia” nell’ultimo periodo della sua vita.

Curiosità

  • Eugenio Montale le dedicò una poesia, “La danzatrice stanca”
  • Ha registrato un parlato per nell’album “Studentessi” di Elio e le Storie Tese.
  • Nel 1982 è tra i protagonisti della fiction “Verdi” dove interpreta Giuseppina Stepponi
  • La sua abitudine al look “total white” risalirebbe al 1969, quando era incinta. Non ha niente a che vedere con i cigni.
  • Virginia Raffaele, con Roberto Bolle, la interpretò in un siparietto comico.

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