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Coldiretti: crolla del 25% la raccolta di riso Made in Italy

Il 18 gennaio scade la clausola di salvaguardia e si prospetta un'invasione del prodotto asiatico.

Da un lato occorre mettere al riparo il comparto risicolo italiano e l’intera filiera di produzione, dall’altro bisogna scongiurare una invasione di riso asiatico – a basso costo e scarsa qualità – sulle nostre tavole. La Coldiretti lancia l’allarme e chiede al Ministero delle Politiche Agricole la convocazione urgente di un tavolo di filiera per individuare misure che possano salvaguardare un settore che vede l’Italia leader in Europa.

L’aumento dei costi di produzione grava sull’intero comparto

L’aumento dei costi di produzione, determinati dai rincari nei prezzi dei carburanti e mezzi tecnici – in particolare i fertilizzanti – stanno mettendo in serio pericolo l’intero settore del riso nazionale e l’economia di un comparto che con 226.800 ettari coltivati (2021) e 4mila aziende agricole, che raccolgono 1,50 milioni di tonnellate di risone all’anno, rappresenta circa il 50% dell’intera produzione Ue, con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo e una qualità del prodotto che anche quest’anno si è confermata ottima.

Il primo bilancio stimato dalla Coldiretti evidenzia un crollo della produzione italiana di riso tra il 20 e il 25%. L’Incremento dei costi di produzione e le condizioni climatiche sfavorevoli, se non addirittura pessime, sono alla base della forte contrazione, ma a far paura adesso è soprattutto la clausola di salvaguardia che non sarà rinnovata.

Riso Coldiretti
Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini

La clausola di salvaguardia scade il 18 gennaio 2022 e difficilmente sarà rinnovata. Questa misura ha eliminato la facilitazione del dazio zero sull’import di riso indica dalla Cambogia e dal Myanmar nell’ambito del regime Eba. Facilitazioni che, peraltro, sono state sospese solo per la varietà di riso indica, mentre per la japonica hanno continuato a rimanere attive, nonostante le violenze verificatesi nel Myanmar in seguito al golpe militare.

In pericolo l’occupazione, l’ambiente e la biodiversità

Più che un rischio, all’orizzonte si prospetta una vera e propria invasione di prodotto asiatico a basso costo e scarsa qualità – denuncia la Coldiretti – se non si troveranno soluzioni atte a riconfermare la clausola di salvaguardia o per includere il riso nell’elenco dei prodotti riassoggettati a dazio.  In pericolo non è solo l’economia e l’occupazione per oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera, ma anche la tutela dell’ambiente e della biodiversità.

Più di 200 le varietà di riso iscritte nel registro nazionale

Sono 200 infatti – conclude la Coldiretti – le varietà iscritte nel registro nazionale, dal vero Carnaroli, con elevati contenuto di amido e consistenza, conosciuto come il “re dei risi”, all’Arborio dai chicchi grandi e perlati che aumentano di volume durante la cottura fino al Vialone Nano, il primo riso ad avere in Europa il riconoscimento come Indicazione Geografica Protetta, passando per il Roma e il Baldo che hanno fatto la storia della risicoltura italiana.

Lo scorso 24 giugno l’Ente Nazionale Risi, nel corso del “quarto forum del riso europeo” aveva parimenti avanzato la richiesta di “una clausola di salvaguardia di più facile e immediata attivazione”, auspicando al contempo un “monitoraggio più attento dei flussi di importazione del riso confezionato da Thailandia e Cambogia”.

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