Campione in gara e nella vita. Gino Bartali (chi non lo ricorda?) durante la Seconda guerra mondiale ha salvato centinaia di vite umane usando la sua furbizia e la sua intelligenza, in barba ai tedeschi che cercavano invano di trovare “qualcosa” sotto la sella della sua bicicletta senza mai trovare nulla.
Invece la sua bici nascondeva materiale prezioso per i partigiani che combattevano sulle montagne. Non solo. Il Ginettaccio, com’era chiamato per il suo carattere burbero e fiero, (“Qui l’è tutto da rifare”, era solito dire), nel 1948 vinse un memorabile Tour de France grazie al quale riuscì a riunire l’Italia, divisa in due grandi fazioni createsi in seguito all’attentato a Palmiro Togliatti e sull’orlo di una guerra civile.
Oggi il suo nome unisce per la prima volta i territori di San Donato Milanese e di Peschiera Borromeo, connessi tra loro solo dalla Paullese.
I sindaci delle due città, Andrea Checchi e Caterina Molinari, la settimana scorsa hanno inaugurato la pista ciclopedonale intitolata proprio in memoria del grande corridore toscano, un’infrastruttura che riscrive il sistema di mobilità dolce dell’intero quadrante Sud – Est Milanese.