In questo numero in apertura la questione delle 25mila imprese edilizie rischiano il fallimento e centinaia di migliaia di lavoratori il posto.
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Bonus 110%, il governo tradisce le aspettative
Non c’è cosa peggiore che tradire le aspettative delle persone e delle famiglie, quando si fanno delle promesse. Accade nella vita di tutti i giorni di ricevere una promessa che poi non viene mantenuta. Per il millantatore è una questione da poco, ma per una persona che aveva pensato di risolvere un problema economico, del lavoro o della casa, può diventare una questione di vita o di morte. Tutto questo nella vita privata; ma quando è lo Stato a tradire le aspettative dei cittadini, la vicenda è mille volte più grave. È il caso della soppressione del Bonus 110%. Venticinquemila piccole imprese edilizie rischiano di chiudere per fallimento, e centinaia di migliaia di lavoratori di perdere il posto, a causa della cancellazione dei benefici riguardanti il Bonus 110%, consistente nella possibilità di cessione del credito d’imposta o lo sconto in fattura.
A questo punto viene da chiedersi, che fine ha fatto lo Stato di diritto? Un governo che non è in grado di onorare gli impegni presi dai precedenti esecutivi, perde di ogni credibilità.
Dal 17 febbraio 2023, fatta eccezione di specifiche deroghe per le operazioni già in corso (cioè per chi ha già presentato la CILA-S o per i lavori già avviati), non ci sarà più la possibilità per le persone che effettuano spese di ottenere bonus edilizi (Superbonus, Eco e Sisma, Ristrutturazioni, Facciate, ecc.) di chiedere lo sconto in fattura o la cessione del credito d’imposta.
Gli attuali governanti criticano il M5s per aver varato la politica dei Bonus, dimostrando di avere…

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