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Il resoconto delle elezioni a Milano è quasi triste per il centrodestra, una gioia immensa per il centrosinistra e tabula rasa invece per il Movimento 5 stelle. Avevamo lasciato i candidati intervistati qualche articolo fa, alle prese con la campagna elettorale e soprattutto con il volantinaggio dei loro nomi. Una pubblicità fatta in ogni elezione, forse stavolta (causa covid) venuta male, anzi malissimo.

Il dato agghiacciante che vincola queste elezioni, è stato l’afflusso dell’elettorato, il più basso di sempre. Solamente il 47,72% (dati Comune di Milano) degli aventi diritto al voto si è recato alle urne per dare il proprio contributo. Ma partiamo con cautela.

Beppe Sala vince le elezioni a Milano, festa PD e Centrosinistra

Sala Elezioni a Milano

Beppe Sala partiva da vincitore delle scorse amministrative, correva come Sindaco uscente, predecessore e successore di sé stesso. Non ha dovuto fare nemmeno campagna elettorale tanto ha presenziato ad eventi e manifestazioni. Ha inciso molto l’aspetto di un Sala, che come sindaco ha lavorato bene, ha riqualificato zone in cui la città sembrava uno spettro, ha gestito l’Expo, evento che ha dato a Milano un fascino turistico e attrattivo per eventi internazionali.

Alle elezioni a Milano è partito con qualche flop nei confronti dell’inizio della pandemia, ma poi è riuscito a rivalersi sulla situazione. Qualche flop c’è stato anche sul fronte periferie e sul fronte immigrazione, punti che la prossima giunta comunale guidata da Sala auspica di risolvere o almeno provare a dare una soluzione.

Il PD, comunque, ha raggiunto un obbiettivo che probabilmente non immaginava nemmeno, quello di essere alla guida di tutti i municipi milanesi per i prossimi 5 anni.

La Chiara Stella Vannucci, giovanissima eletta nel Consiglio del Municipio 3 si esprime con un blasonato e scanzonato: “Abbiamo spaccato!”. In casi come questi non c’è nulla da dire: hanno vinto con estrema facilità, quasi regalata. 

Centrodestra sconfitto, macerie e deserto

La risposta del centrodestra a Sala a queste elezioni a Milano è stata poco credibile. Hanno presentato un candidato che non ha avuto appeal sull’elettorato medio, un candidato esponente del mondo “civile” e non un “professionista della politica”. Semplicemente la tattica non ha dato i suoi frutti, per non dire che è stata fallimentare.

Hanno influito sull’elettorato i vari scandali che sono venuti fuori qualche giorno prima della chiamata alle urne. Prima la questione sul responsabile della comunicazione del premier della Lega e poi la questione sui presunti fondi neri che riguardano il finanziamento di una campagna elettorale da parte di una “Lobby nera” riguardante componenti di Fratelli d’italia, condotta da Fanpage.it.

Senza alcun dubbio è stato anche molto importante il ritiro “minacciato” dallo stesso candidato Bernardo per dei “mancati finanziamenti alla propria campagna elettorale”.

La giovane candidata Elena Sofia Cesaroni ha perso la sua elezione, è arrivata 17esima su 44 candidati in consiglio comunale per Forza Italia. “I partiti – commenta la Cesaroni – non hanno sostenuto davvero le campagne elettorali e le persone non vanno a votare perché sono davvero stufe della solita propaganda e della mancanza di organizzazione. Sala ha vinto perché il centrodestra quasi non ha partecipato”.

Crisi 5 stelle, a Milano non contano nulla

Layla Pavone elezioni a milano

Per i 5 stelle invece è stato un tonfo aspettato, a Milano non hanno mai avuto un grande fascino agli occhi dei milanesi e soprattutto non c’è stata una campagna elettorale forte sul territorio.

La candidata presentata a 1 mese prima delle elezioni, Layla Pavone, è stata una mossa errata, o disperata. Settembre è stato un mese caldo, ma per i 5 stelle è stato un incendio che si è trasformato in cenere con una candidata di cognome Pavone che non ha spiccato il volo.

Francesco Arosio unico non eletto dei 5 stelle nei consigli del Municipio 3 non commenta la sua sconfitta. Amareggiato e deluso, termina la sua esperienza in campagna elettorale.

La sconfitta è influenzata anche da due motivi validi per dare una batosta ai grillini. Il primo è che avevano come concorrenti altri ex grillini, da una parte “Paragone Sindaco” e dall’altra “Lista civica Ambientale” insieme a “Milano in Comune”. Queste 2 liste hanno rappresentato una sorta di Davide contro Golia e cioè, un gigante politico sconfitto dai suoi fratelli, che in qualche modo rappresentavano solo una piccola parte della popolazione. I 5 stelle a Milano hanno sostanzialmente contato quanto una semplice lista civica e non come uno dei principali partiti del panorama nazionale.

È da aggiungere, per quanto possa essere assurdo ma anche scontato, la vitale mancanza di un’appoggio da parte della dirigenza regionale e comunale dei 5 stelle verso i propri candidati. Un misero saluto di Conte nei vari incontri di settembre nelle piazze della città, non sono servite a riscaldare i cuori dei cittadini milanesi, di conseguenza l’effetto Conte non ha maturato ancora i suoi frutti. Non una dichiarazione e nemmeno un controllo diretto sulla campagna elettorale sono state svolte dalle più alte cariche del Movimento, lasciando in mano questo turno elettorale ai semplici attivisti che in un modo o nell’altro si sono rimboccati le maniche.

Gianmarco Puddu


Foto di copertina: Robert Metz

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