Enthera Pharmaceuticals ha aperto un nuovo laboratorio all’interno di OpenZone, il campus scientifico dedicato alla salute che ha sede a Bresso, alle porte di Milano. L’azienda biotech sviluppa farmaci per la cura di malattie autoimmuni e va ad aggiungersi alle realtà già presenti rappresentate da primarie società di biotecnologia, farmaceutica e terapia genica avanzata fortemente orientate all’innovazione.

Il campus OpenZone
Il campus OpenZone

Con l’arrivo di Enthera, OpenZone raggiunge quota 30 imprese

L’ingresso di Enthera porta a 30 il numero di imprese presenti a OpenZone. Attualmente il campus occupa una superficie di 27.000 metri quadrati, dei quali 16.500 dedicati a uffici e 10.5000 a laboratori e sono 800 le persone impiegate nel settore della salute.

Entro fine anno dovrebbero terminare i lavori di ampliamento che, grazie a un investimento di 65 milioni di euro, porteranno a una crescita della superficie del campus – 37.000 m2 – e a un incremento della forza lavoro, con 1200 addetti impiegati nel comparto salute. 

A Bresso un polo scientifico per fare impresa e ricerca

“OpenZone è il luogo ideale per crescere, fare impresa e ricerca – afferma Fabrizio Conicella, general manager del Campus. Siamo certi che le strutture, la comunità e lo spirito innovativo di OpenZone sapranno dare al lavoro di Enthera la spinta necessaria per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che hanno in programma”.

Enthera Pharmaceuticals ha deciso di far parte di OpenZone per “esplorare l’efficacia del suo candidato principale Ent001 – il solo farmaco attualmente in sviluppo per rigenerare il compartimento delle cellule beta del pancreas nel diabete di tipo 1 e della mucosa intestinale colpita da malattie infiammatorie croniche, allo scopo di ripristinare la funzione degli organi – in altre malattie e di aprire nuovi programmi di ricerca per espandere la sua pipeline (il numero di farmaci che sono in varie fasi di ricerca e sviluppo)” ha evidenziato Giovanni Amabile, ceo di Enthera. “OpenZone è un fantastico polo scientifico collaborativo, con strutture e risorse eccezionali. I nuovi laboratori ci permetteranno di accelerare ulteriormente la nostra ricerca nell’immunologia rigenerativa. Un’area chiave di interesse per i nostri crescenti sforzi di ricerca saranno le condizioni fibrotiche, le quali presentano un elevato bisogno medico insoddisfatto”.

Milano è il principale hub italiano delle Scienze della Vita

Un ruolo di primo piano sul fronte dell’innovazione e della ricerca, a stretto contatto con interlocutori nazionali e internazionali nelle Scienze della Vita. È questo uno dei principali obiettivi di OpenZone.

Creato da Zambon, multinazionale farmaceutica nata nel 1906 a Vicenza che conta più di 2.700 dipendenti in tutto il mondo, OpenZone è membro di IASP, l’associazione internazionale dei Parchi Scientifici, CEBR, Council of European BioRegion – rete che conta oltre 40 membri e centinaia di partner in tutto il mondo tra cluster nelle scienze della vita ed ecosistemi regionali – InnovUpItalian Innovation & Startup Ecosystem, l’associazione che rappresenta l’ecosistema italiano dell’innovazione e Cluster Lombardo Scienze della Vita, il network che riunisce tutti gli attori pubblici e privati attivi in ambiti quali diagnostica, terapie avanzate, farmaceutica, medical device e tecnologie applicate alla salute per favorire il progresso delle scienze della vita in Lombardia e la creazione di nuove opportunità di business tra gli associati.

“L’accelerazione imprevista che stiamo vivendo ora pone basi solide per il futuro. La strategia di Milano – spiega Elena Zambon, presidente di Zambon spa e ideatrice di OpenZone – dovrebbe puntare con coraggio sullo sviluppo delle competenze digitali, prevedendo investimenti significativi, trasversali. Milano è già il principale hub italiano delle Scienze della Vita: qui si concentrano centri di ricerca pubblici e privati all’avanguardia, e nuovi sviluppi strategici (Human Technopole, Città della Salute, OpenZone) che nei prossimi anni caratterizzeranno ancora di più il territorio. L’eccellenza industriale, la capacità di attrarre investimenti e istituzioni attente e capaci di fare squadra completano il quadro”.

Qui la scienza incontra l’industria, le competenze scientifiche e manageriali si uniscono, la ricerca si trasforma in impresa per migliorare le cure e la qualità di vita delle persone.

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