L’avvocato Mauro Festa, candidato sindaco il Partito Gay – Solidale Ambientalista Liberale – LGBT+ ha chiesto che il bel parco di porta Venezia intitolato nel 2002 a Indro Montalelli “che usava trascorrervi parte del proprio tempo libero”.
Una intitolazione divisiva con nel bel mezzo una statua mai amata e spesso vandalizzata. Un primo imbrattamento alla statua risale al 2012, quando sotto al cappello venne ritrovato un finto ordigno e la scultura venne rigata da segni di pittura di colore rosso e la scritta ‘Razzista stupratore’; l’8 marzo 2019, durante una manifestazione per la Giornata Internazionale della Donna, le attiviste del gruppo femminista “Non Una di Meno” imbrattano la statua con una vernice lavabile di colore rosa mentre a marzo di quest’anno la statua del giornalista è stata decorata con simboli di falce e martello.
Nel cuore di Milano, i giardini pubblici Indro Montanelli vennero inaugurati nel 1784 dall’amministrazione asburgica, furono il primo parco milanese espressamente destinato allo svago collettivo. Per oltre due secoli sono stati chiamati giardini pubblici, giardini di Porta Venezia, giardini di via Palestro fino all’intitolazione al noto giornalista nel 2002 sotto la giunta Albertini.
“Che il Comune dia lustro a un pedofilo, perché è di questo che si tratta anche se non lo si dice mai apertamente, è semplicemente scandaloso – ha detto Festa -. La Carrà è invece un personaggio internazionale che ha portato il nome dell’Italia alto nel Mondo, Milano ha bisogno di simboli che richiamino valori di umanità, positività e inclusività. Nel cuore della zona arcobaleno di Milano – prosegue Festa – è necessario un simbolo riconoscibile ed aspirazionale per la comunità Lgbt ma anche per il resto dei cittadini e che rappresenti un messaggio chiaro del Comune per veicolare ideali e principi che dice di sposare, ma, per ora, solo a parole”.
Raffaella Carrà, amata davvero da tutti, fu la prima proporre una visione della sessualità libera e solare, liberandoci da stereotipi maschilisti e omofobi. “Ma questo non è l’unico motivo della richiesta – ha aggiunto -. Già nel 2019, erano nate numerose e aspre polemiche circa la statua di Indro Montanelli, sita proprio nel parco e ne era stata proposta la rimozione da associazioni femministe e Lgbt”.
“Com’è risaputo, lo storico giornalista italiano ha dichiarato apertamente di aver acquistato e avuto rapporti sessuali con una bambina eritrea di 12 anni durante il periodo colonialista fascista e non ha mai rinnegato la legittimità del suo comportamento, anzi, lo ha sempre giustificato. Il valore di Montanelli come giornalista sarà pure indiscusso – ha concluso –, ma i suoi valori morali non possono e non devono essere taciuti e, anzi, premiati con riconoscimenti pubblici mentre Raffaella Carrà è stata in grado di unire “da Trieste in giù” tutti gli italiani, nel rispetto di tutte le differenze e minoranze. Perché un personaggio discusso come Montanelli dovrebbe essere più titolato di un’artista apprezzata in tutto il Mondo?”.
Del resto anche il molto ex sindaco Albertini dichiarò: “Indro mi avrebbe detto: ‘hai fatto una bischerata’. Se fosse vivo rifiuterebbe questa cosa”.