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Torna il Festival della Fotografia Etica

Una serie di mostre aperte dal 30 settembre al 29 ottobre

Il Festival della Fotografia Etica quest’anno ritorna in grande spolvero con oltre 20 mostre e si riconferma uno degli appuntamenti più interessanti e variegati dedicato al mondo della fotografia.

Un grande affresco fotografico che accompagnerà gli appassionati per chiostri, parchi, musei e piazze per raccontare il mondo in cui viviamo con l’occhio dei migliori fotogiornalisti contemporanei, quest’anno oltre 100 da 40 paesi diversi e 5 continenti.

Dove

Il Festival della Fotografia Etica si tiene a Lodi in modalità “diffusa”, cioè alcune location della cittadina lombarda. Alcune sono di assoluto prestigio come Palazzo Modigliani, la Fondazione Banca Popolare di Lodi, altre sono en plein air

Quando

Tutte le mostre del Torna il Festival della Fotografia Etica sono visitabili solo nei weekend dalle 9.30 alle 20:00, dal 30 settembre fino al 29 ottobre.

La mostra del World Press Photo è visitabile anche il giovedì e il venerdì pomeriggio dalle 14:00 alle 20:00.

Biglietti

Il biglietto per accedere alla mostra del World Press Photo nelle giornate di giovedì e venerdì è acquistabile esclusivamente online. Se invece si intende visitare la mostra del World Press Photo il sabato o la domenica, il biglietto giornaliero (19,00 €) o l’abbonamento valido per tutto il mese (21,00 €), validi per tutte le 20 mostre del Festival (compresa questa) sono acquistabili sia online che presso la biglietteria.

Gli appuntamenti

Cuore pulsante del Festival della Fotografia Etica è sempre il World Report Award il concorso internazionale che ha lo scopo di dare voce e supporto all’impegno sociale dei fotografi. A Palazzo Barni si potranno dunque ammirare i lavori dei sette vincitori:

  • Evgeny Maloletka e il suo recente lavoro a Mariupol durante l’assedio russo
  • Bob Miller e il suo reportage su una azienda agricola rurale nel Kentucky
  • Sarah Pabst, con un racconto intimo e autobiografico per immagini tra gioia e tristezza del quotidiano
  • Alessandro Cinque documenta il rapporto tra società e cambiamento climatico in Perù
  • Luisa Dörr con il racconto della particolare resistenza culturale delle donne skaters a Cochabamba, in Bolivia
  • Gerd Waliszewski accende un faro sulla dura realtà dei giovani Ucraina assediata dai bombardamenti
  • Mohammad Rakibul Hasan affronta il tema dei disastri naturale sulla fascia costiera del Bangladesh che con il suo “single shot” The Blue Fig.

Il World Press Photo, il concorso internazionale di fotogiornalismo che non ha bisogno di presentazioni, è ospirato negli spazi della Fondazione Banca Popolare di Lodi, in via Polenghi Lombardo, con 140 scatti.

Presso il Palazzo della Provincia (Via Fanfulla, 14) la mostra Climate Crisis Impact è stata realizzata in collaborazione con AFP (Agence France Presse) e racconta la crisi climatica attraverso il lavoro dei fotografi che per l’agenzia documentano gli eventi in giro per il mondo.

E proprio il nostro pianeta è al centro dello “Spazio Approfondimento” (Giardini Viale IV Novembre) e dello “spazio Outdoor” (Ex Chiesa dell’Angelo) con immagini a firma di Tailyr Irvine, Daylin Paul, Rafael Vilela per VITAL IMPACTS ENVIRONMENTAL GRANT: LA MOSTRA e di Ami Vitale per LA NATURA È IL NOSTRO RIFUGIO.

Particolarmente legata al territorio è l’indagine fotografica di Gabriele Cecconi che magistralmente mette in atto il progetto ELEGIA LODIGIANA ideato e gestito da Alberto Prina (coordinatore del Festival della Fotografia Etica). Curatrice della mostra è Laura Covelli (che è anche curatrice del Festival della Fotografia Etica e responsabile dei progetti Educational). Non anticipiamo altro.

C’è anche Spazio No-Profit (Chiostro dell’Ospedale Vecchio), sezione storica del Festival della Fotografia Etica che prende spunto dai reportage commissionati dalle organizzazioni No Profit sui territori e sulle tematiche in cui operano. Quest’anno si concretizza con VIVERE LA BELLEZZA (opera collettiva), DONDE NO HABITE EL ELVIDO di María Clauss RISVEGLI di Filippo Venturi e HO VISTO E NON PIÙ DIMENTICATO di Davide Torbidi.

Isabella Franceschini è la fotografa che firma BECOMING A CITIZEN presso la location ad ingresso gratuito a Montanaso Lombardo, piccolo comune a pochissimi chilometri da Lodi.

Vogliamo spendere qualche parola in più su LE VITE DEGLI ALTRI, mostra di respiro internazionale presso Palazzo Modignani che vuole approfondire la straordinaria varietà antropologica e culturale dei popoli e lo fa con quattro giovani dal grande talento espressivo: Laura Morton, Paul Ratje, Lukas Kreibig e Toby Binder.

© Laura Morton

LAURA MORTON30.9 – 29-10 / Lodi, Palazzo Modignani

WILD WEST TECH

Negli ultimi dieci anni, la notevole crescita dell’industria tecnologica ha dato origine a una nuova corsa all’oro dei giorni nostri, in particolare nelle zone di San Francisco e della Silicon Valley. Nell’ultimo decennio, moltissimi imprenditori si sono trasferiti in quest’area, considerata l’epicentro dell’industria tech, con la speranza di creare nuove tecnologie e fare fortuna. Con questo progetto Laura Morton esplora le vite e la cultura delle persone che vivono nella bolla della Silicon Valley.

Laura Morton è una fotografa documentarista freelance che vive a San Francisco (California). Gran parte del suo lavoro analizza come le tendenze culturali influenzano la vita umana e l’economia. Ha pubblicato su importanti magazine come National Geographic, The New York Times, The Wall Street Journal, The Washington Post, Marie Claire e molti altri. È stata premiata diverse volte nelle categorie fotogiornalismo, documentari e sport.


© Paul Ratje

PAUL RATJE30.9 – 29-10 / Lodi, Palazzo Modignani

THE NEW TIBETANS

Paul Ratje ha viaggiato per le province del Sichuan e del Qinghai, in Cina, dove ha trascorso del tempo concentrandosi sulla vita moderna nell’altopiano tibetano.
Ha avuto modo di conoscere molte persone del posto e attraverso questi incontri ha potuto avvicinarsi alla cultura locale e scoprire com’è vivere in questa società.

Paul Ratje ha studiato fotogiornalismo e lingue straniere alla New Mexico State University, dopodiché ha vissuto a Taiwan dove ha iniziato la sua carriera nel fotogiornalismo. Sebbene abbia ancora un forte legame con l’Asia, la sua vera vocazione è documentare l’immigrazione e le questioni legate ai confini sud degli Stati Uniti. Paul collabora spesso con l’Agence France-Presse e la Reuters e il suo lavoro è apparso sul New York Times, sul Washington Post, sul Wall Street Journal e su altre pubblicazioni.


Festival della Fotografia Etica Lukas Kreibig
© Lukas Kreibig

LUKAS KREIBIG30.9 – 29-10 / Lodi, Palazzo Modignani

HEART OF A SEAL

Lukas Kreibig documenta la vita in una comunità Inuit ella città di Uummannaq (in Groenlandia). Questo progetto isce a mettere in contrasto in questo isolato microcosmo la cultura Inuit, in bilico tra tradizione e modernità, i paesaggi naturali incontaminati e il cambiamento climatico.

Lukas Kreibig ha studiato fotogiornalismo all’Università di Hannover e alla Scuola danese di giornalismo, ha iniziato a lavorare come freelance su storie a lungo termine. Le fotografie di Lukas sono apparse su diverse pubblicazioni tra cui The Washington Post, National Geographic, Stern, CNN, GEO e Frankfurter Allgemeine Zeitung. Ha esposto il suo lavoro a Visa pour l’Image, alla Triennale di Fotografia di Amburgo e al Düsseldorf Photo Weekend e i suoi progetti hanno ricevuto numerosi riconoscimenti.


Festival della Fotografia Etica, Toby Binder
© Toby Binder

TOBY BINDER30.9 – 29-10 / Lodi, Palazzo Modignani

YOUTH OF BELFAST

L’Irlanda del Nord ha lasciato l’Unione Europea a causa del referendum sulla Brexit del Regno Unito nel 2016, sebbene la maggioranza dei suoi cittadini abbia votato per restare.
Così, a molti anni di distanza dagli accordi di pace del 1998 grazie ai quali vi fu l’apertura del confine tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda, il confine si richiude un’altra volta. Con questo reportage Tony Binder mostra come i giovani dell’Irlanda del Nord spesso vogliano superare i vecchi schemi e vivere una vita simile a quella dei loro coetanei in altre parti d’Europa. Purtroppo, invece, vivono ancora in luoghi dove la violenza, la sfiducia e la mancanza di prospettive sono onnipresenti.

Toby Binder è un fotografo tedesco che vive tra Argentina e Germania. Lavora sia su incarichi che su progetti personali e si interessa principalmente ai temi legati a periodi di post-conflitto e situazioni di crisi, nonché alla vita quotidiana delle persone. Il suo lavoro è stato premiato a livello internazionale con un Gomma Grant da LensCulture e Life Framer nel 2020, il Felix-Schoeller-Award nel 2019, il Philip-Jones-Griffiths-Award nel 2018, il Sony-World-Photo-Awards nel 2019 e nel 2017 e il Nannen-Preis nel 2017. Lo stesso anno ha ricevuto una Menzione d’Onore per la Foto dell’Anno UNICEF.
I suoi progetti vengono pubblicati da su varie testate internazionali e ha già all’attivo un libro: “Wee Muckers–Youth of Belfast”, edito da Kehrer nel 2019.

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