Il settore delle imprese agricole lombarde evidenzia un lieve progresso rispetto alla seconda metà del 2020, anche per via del buon andamento delle quotazioni dei principali prodotti così come l’export mostra una decisa ripartenza, raggiungendo nei primi 6 mesi dell’anno un tasso di crescita a due cifre dopo lo stallo dell’anno precedente. Il comparto, però, sconta ancora gli effetti della pandemia e preoccupa la crescita dei costi di produzione, che colpisce in maniera trasversale tutti i comparti dell’agricoltura regionale per via dei rincari di energia e petrolio che si ripercuotono anche su fertilizzanti e fitofarmaci, e delle difficoltà di approvvigionamento per quanto riguarda macchinari e pezzi di ricambio che rischiano di compromettere la redditività delle imprese agricole.

Lo stato di salute dell’agricoltura della Lombardia è stato analizzato alla Camera di Commercio di Pavia dove è stata presentata l’analisi congiunturale del primo semestre 2021 realizzata da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Agricoltura e della cooperazione agroalimentare e con il contributo del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. All’incontro hanno partecipato Giovanni Merlino, Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Pavia, Gian Domenico Auricchio, presidente Unioncamere Lombardia, Giuseppe Cavagna di Gualdana, Presidente Confagricoltura PaviaFabio Perini Presidente Confcooperative – FedAgriPesca Lombardia e, in collegamento esterno, il Presidente Coldiretti LombardiaPaolo Voltini, la professoressa Chiara Mazzocchi dell’Università di Milano e Fabio Rolfiassessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi.

Auricchio: “Le imprese agricole hanno reagito in fretta al nuovo scenario”

“Lo stato di salute dell’agricoltura lombarda è solido: lo confermano sia i consumi interni che l’export vigoroso, a testimonianza di quanto sia importante avere una base forte e diversificata di imprese e produttori” ha detto il numero uno di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio. “Le aziende si sono adattate in fretta al nuovo scenario ma ci sono ancora tensioni sui prezzi – sia per i maggiori costi dei fattori di produzione che per la contrazione dei consumi fuori casa – mentre nel primo semestre manca ancora in gran parte il canale HoReCa”.

Merlino: “L’agricoltura pavese ha saputo resistere alle difficoltà”

“I dati dell’analisi congiunturale agricola – ha affermato Merlino –mostrano un’agricoltura pavese che ha dimostrato di saper resistere alle tante difficoltà seguite alla pandemia da Covid 19 e la supportano in una cauta speranza per il futuro”.

“L’eccellenza del settore – continua Merlino – è stata la chiave di volta per superare la crisi ed è su questo punto che, insieme ad Unioncamere Lombardia e a Regione Lombardia, la Camera di Commercio di Pavia sta lavorando per sviluppare politiche di valorizzazione dei prodotti in stretta connessione con la valorizzazione del territorio di origine nell’ottica di agevolare le imprese in politiche di marketing efficaci. Ne sono esempio il progetto di marchio di “Riso Carnaroli da Carnaroli pavese”, il progetto di “Valorizzazione della filiera del vino di qualità dell’Oltrepò Pavese” e il “bando a sostegno dell’apicoltura”.

Rolfi: “Coniugare sostenibilità ambientale e redditività delle aziende”

Resta da affrontare il “tema più urgente, relativo all’aumento dei costi di produzione – ha aggiunto l’assessore Rolfi. Nel frattempo, dobbiamo proseguire con gli investimenti legati alla comunicazione della qualità e della sicurezza alimentare dei nostri prodotti e all’innovazione, per coniugare sostenibilità ambientale e redditività delle aziende”.

Voltini: “Valorizzare il prodotto italiano sui mercati esteri”

Il presidente di Coldiretti Lombardia, Voltini, ha ricordato che “la filiera del latte è lo zoccolo duro dell’agricoltura lombarda (nel primo semestre 2021 la regione ha prodotto 3.034.675 tonnellate di latte). Dalla Pac al Pnrr occorre intensificare la qualità dell’intera filiera per tutelare il sistema agricolo e avviare una forte azione di penetrazione sui mercati esteri per valorizzare il prodotto italiano attraverso le Camere di Commercio, coinvolgendo anche le Ambasciate”.

La professoressa Mazzocchi ha illustrato le dinamiche del settore agricolo per singoli settori.

Latte: cresce la domanda ma aumentano i prezzi dei mangimi

imprese agricole
Foto: Alexander Maasch

Il lattiero-caseario beneficia del buon andamento della domanda mondiale e dei prezzi delle principali produzioni, che si mantengono sopra i livelli dello scorso anno. Il rincaro dei mangimi non consente però di sfruttare appieno le condizioni favorevoli del mercato.

Le prospettive a breve termine sono legate per lo più alla stabilizzazione dei prezzi del canale Horeca (hotel-ristoranti-bar), nazionale e alla ripresa dell’export sui formaggi duri DOP (Grana Padano e Parmigiano Reggiano, in particolare). Resta il nodo delle materie prime, come soia e mais, il cui andamento è determinante per le performance economiche degli allevamenti lombardi.

Alcuni comparti, come quello della trasformazione del latte caprino, soffrono la carenza di prodotto italiano e l’aumento dei prezzi di quello estero e l’incremento del prezzo dei formaggi caprini effettuato dalla GDO non compensa gli agricoltori. 

Permangono le difficoltà per le carni bovine

Le carni bovine evidenziano i risultati peggiori nel comparto zootecnico, senza riuscire a recuperare rispetto alla situazione difficile del 2020: la lieve crescita delle quotazioni e la stabilità dei consumi non permettono di compensare i maggiori costi per l’alimentazione animale. 

Positivo l’andamento del comparto suino

imprese agricole
Foto: Pascal Debrunner

Le quotazioni delle carni suine mostrano un andamento positivo sia nel circuito DOP che non DOP, ma anche in questo caso la redditività risulta compressa dall’impennata dei costi produttivi. Va segnalato l’interesse dalla ristorazione e della gastronomia per prodotti suini di qualità, con un’identità forte e dalle caratteristiche facilmente riconoscibili ed è necessario aumentare l’attenzione al benessere animale, incoraggiato anche dalla futura PAC (Politica agricola comune) 2023-2027. 

I cereali non scontano l’effetto dei rincari

cereali rappresentano il settore in maggiore salute per via dei record raggiunti dai prezzi di mais e frumento, che dovrebbero rimanere elevati anche nei prossimi mesi permettendo di assorbire senza problemi i rincari degli input produttivi. 

Il vino segue la via della diversificazione dei canali distributivi

Il vino continua a soffrire le limitazioni del canale Horeca sebbene le valutazioni siano in miglioramento rispetto a un 2020 estremamente negativo, anche grazie alla diversificazione dei canali distributivi, che può rivelarsi la strategia vincente da seguire anche in futuro. I prezzi hanno mostrato alcuni segnali di ripresa, che però non si sono estesi a tutte le denominazioni.

Altro tema interessante in chiave prospettica è la sostenibilità, intesa sia come investimento aziendale per l’incremento del sistema produttivo, sia per andare incontro a quote di mercato che risultano in crescita a livello nazionale e internazionale. Del pari è essenziale sviluppare politiche di marchio con capacità di sfruttare il proprio brand per intraprendere una efficace politica di marketing. 

La scarsità dei ricambi meccanici ha spesso causato il fermo delle macchine

Non da ultimo, nel corso del 2020 in tutto il mondo sono state sospese alcune produzioni industriali di macchinari e ricambi meccanici agricoli che hanno causato una penuria di pezzi di ricambio per il settore primario. Ciò ha portato a un aumento dei prezzi che hanno inciso sui costi degli agricoltori causando talvolta anche il fermo delle macchine.

L’impennata dei prezzi dei macchinari agricoli e dei ricambi può essere dovuta anche all’aumento della domanda, come registrato dalla Federazione nazionale Costruzioni Macchine per l’Agricoltura, sostenuta in parte dal sostegno pubblico per l’acquisto dei mezzi di produzione con gli incentivi fiscali per la Transizione 4.0 e con quelli della Legge Sabatini, che supporta le imprese tramite finanziamenti bancari per investire in beni strumentali, tra cui i macchinari.


Foto di copertina: Gianluca Milanesi

 

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