Proseguono le nostre interviste ai candidati a Sindaco di Milano. Oggi parliamo con Simone Sollazzo, portavoce in Consiglio Comunale per il Gruppo Movimento 5 Stelle dal 2016 ad Aprile 2020 ed ora al Gruppo Misto e candidato con la lista Milano Concreta, “un progetto politico – si legge su milanoconcreta.it – organizzato nella forma di lista civica che si propone di costruire soluzioni concrete per la città metropolitana. Tale obiettivo si realizza attraverso un processo di partecipazione e inclusione di tutti i cittadini alle decisioni amministrative per il futuro, come avviene in altri grandi centri urbanizzati del pianeta.”
La scheda
Nato a Milano nel 1977, Simone ha una Laurea in D.A.M.S. conseguita nel 2001 ottenuta presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Università di Bologna. Dal 2002 si occupa di Commercio Estero, Logistica e Spedizione nel settore privato sviluppando rapporti di collaborazione con corrispondenti esteri e agevolando le operazioni di spedizione e trasporto per gli esportatori italiani. È sposato e ha una figlia.
L’intervista
Simone, come è nata la tua candidatura?
La mia candidatura è nata come una nuova sfida da aprire per un obbiettivo, più collettivo che personale. Non certo per nutrire il proprio ego o per la voglia di ottenere facili consensi, che peraltro in questo momento storico, siamo ben consci di quanto siano difficili da ottenere per un progetto nuovo di zecca come “Milano Concreta”.
Insieme a degli amici ho deciso di prendere il coraggio a due mani ed avviare un percorso politico di tipo “civico”, dove la figura del candidato Sindaco, in questo caso valesse come “garante” di una Lista civica che non vuole morire all’indomani della “due giorni” di votazioni.
Come un genitore ho deciso di accompagnare questo nuovo soggetto, assumendomi la responsabilità di fare squadra e aggregare le competenze, personalità e voci dal territorio.
Come valuti la tua esperienza in Consiglio Comunale?
In tal senso questo primo mandato è stata una esperienza di vita e di politica assolutamente grandiosa. Ma è bene fare un distinguo.
Come opposizione e come gruppo politico abbiamo avuto spazi e tempi di intervento davvero risicati e non è stato facile ottenere risultati in un Consiglio comunale ormai sempre più egemonizzato dalle scelte della sola Giunta. E l’opposizione stessa è stata talmente variegata e disunita da diverse modalità operative, orientamenti ideologici ed atteggiamenti che non sempre siamo stati all’altezza. Questo va assolutamente detto.
Ma a titolo individuale credo che siano stati cinque anni da ricordare e comunque portare nel cuore, per una maturazione che ho visto in me stesso, dal primo discorso in aula, fino agli ultimi interventi e proposte di emendamenti e di atti firmati con i colleghi delle diverse parti politiche. Sinonimo che molto probabilmente qualcosa di buono è stato fatto passare sia in termini umani che politici.
Quale idea di città vorresti rappresentare, quali le principali critiche e quali le proposte?
L’idea di città che ho in mente, e che stiamo sviluppando con tutto il gruppo operativo di Milano Concreta, è quella di una Milano innovativa da un punto di vista tecnologico e dove la burocrazia venga sempre di più snellita a favore di un processo decisionale, sempre più partecipativo , soprattutto quando si tratta di realizzare grandi opere che rischiano di distruggere e compromettere l’equilibrio fra urbanizzazione e spazi verdi di pubblica fruizione. La Partecipazione disattesa deve tornare al centro.
Vorremmo riuscire a trovare il giusto compromesso per accrescere il fascino attrattivo di Milano, senza però distogliere la nostra attenzione dai quartieri che fino adesso sono stati abbandonati o bistrattati a favore del centro e dalle ipotesi di grandi eventi o nascita di infrastrutture appetibili. Mi riferisco alle Olimpiadi invernali come l’ossessione di voler ricostruire lo stadio comunale o tutto un intero distretto per lo sport e il turismo.
La modernità ci piace sicuramente, ma quello che necessità la comunità cittadina adesso sono la capillarità dei servizi, dall’anagrafe ai presidi medici, come alle soluzioni agevoli di mobilità. Ma soprattutto Milano ha bisogno dell’ascolto e di punti di riferimento per il dialogo fra cittadino ed istituzione. E in tal senso, la nostra fiducia risiede nei “Municipi” che non sono palestre di esercizio per aspiranti politici, ma vere e proprie sentinelle del territorio e primi punti di smistamento e analisi delle criticità che affliggono i nostri quartieri.
Milano deve guardare al futuro e la mondanità, ma senza perdere quello spirito di accoglienza “ambrosiana” e la capacità di portare cultura ed aggregazione come in una “festa di paese”. Questa è la visione “composita” di città da parte di Milano Concreta.
Due domande forse scomode, quale è il tuo obiettivo in termini di voti e cosa farai al secondo turno se non sarai uno dei due contendenti?
Su questo punto devo dire che io, come tutto il nostro gruppo, sono sereno. In questo momento siamo consci delle nostre virtù e punti forti, come dei nostri stessi limiti. Perciò affrontiamo questa tornata elettorale con l’entusiasmo e l’eccitazione dell’esordio, ma senza farci illusioni. E’ un modo per parlare alla cittadinanza e dichiarare che ci siamo anche noi, invitando i nostri concittadini a compiere un percorso, che ci auguriamo possa essere duraturo.
Di conseguenza pensiamo solo al primo turno e per il ballottaggio daremo a tutti i nostri attivisti e simpatizzanti la libertà di esprimere un parere di coscienza e senza calcoli preliminari o accordi di tipo politico, vincolati solo all’ambizione verso una poltrona.
Per noi l’essenza dello spirito civico nasce anche da questo coraggio di non scegliere facili alleanze o matrimoni di convenienza. Il primo passo per un vero sostegno nasce solo ed esclusivamente sulla base dei temi e non sulla influenza di un candidato sindaco decisamente più popolare e più forte.
Negli ultimi anni abbiamo avuto sindaci interisti e tu sei milanista. Per chiudere, quindi, qual è la tua posizione sul nuovo stadio di San Siro?
Forza Diavolo, sempre e a prescindere! Scherzi a parte. Io credo che il tema di San Siro meriti il rispetto e l’attenzione di tutte le fazioni e di tutta la cittadinanza perché parliamo di un simbolo che si è evoluto insieme alla città in questo ultimo secolo. E davvero ci vuole coraggio a radere al suolo non solo una struttura così imponente di proprietà pubblica, ma un vero pezzo di storia, di cultura e società meneghina.
Crediamo che con le dovute migliorie e interventi di riqualificazione, il Meazza possa andare avanti a fare la sua parte dignitosa per un altro secolo e accrescere il suo fascino ed efficienza ben oltre il mondo del pallone, ma aprirsi ad una offerta di eventi spettacolari e concerti per tutto il corso dell’anno, e non solo nei mesi estivi. Quindi non ha senso parlare di riammodernamento di uno stadio che non è altro che un pretesto per avviare manovre di ristrutturazione di una intera aerea, dove l’arrivo di nuovi centri commerciali, hotel e palazzi del business, rappresentano l’interesse di pochi e non dell’intera comunità.
Di conseguenza, al di là della fede calcistica del primo cittadino di Milano, spero potremo trovarci insieme dalla stessa parte e lanciare un solo grido: “San Siro non si tocca!”.
Ringraziamo Simone Sollazzo e come a tutti i canditati che intervistiamo, un grande in bocca al lupo anche a lui, convinti che le idee, da qualsiasi parte arrivino, possono solo migliorare la vita della città. Sperando che chi verrà eletto le colga, senza pregiudizi.
Tutte le interviste
23 GIU 2021 – Gabriele Mariani – lista Milano in Comune – Civica AmbientaLista
28 GIU 2021 – Simone Sollazzo – lista Milano Concreta
28 GIU 2021 – Gianluigi Paragone – lista Italexit
2 LUG 2021 – Giorgio Goggi – lista Socialisti di Milano
7 LUG 2021 – Mauro Festa – lista Partito Gay – Solidale Ambientalista Liberale – LGBT+
7 LUG 2021 – Alessandro Pascale – lista Partito Comunista
13 LUG 2021 – Bianca Tedone – lista Potere al popolo Milano
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