Terza intervista a Gianluigi Paragone, parlamentare (ex Movimento 5 stelle, ora nel gruppo misto e leader di Italexit), che ha presentato ufficialmente la candidatura a sindaco di Milano nel corso di una recente conferenza stampa.

Lo ringraziamo per averci concesso questa intervista, fatta tra Milano e Roma (e non solo!). Come a tutti i canditati che intervistiamo, un grande in bocca al lupo anche a Gianluigi, convinti che le idee, da qualsiasi parte arrivino, possono solo migliorare la vita della città. Sperando che chi verrà eletto le colga, senza pregiudizi.

La scheda

Gianluigi Paragone, candidato Sindaco di Milano con Italexit.
Gianluigi Paragone, candidato Sindaco di Milano con Italexit.

Già Direttore de La Padania e vicedirettore di Libero, personaggio televisivo apprezzato per la conduzione di importanti programmi, vicedirettore in Rai, ideatore e conduttore a La7 de “La Gabbia”, trasmissione “scomoda” di grande successo, è noto – oltre che per le grandi competenze professionali – per la sua simpatia, la capacità di coinvolgere, la sua assertività e, non da ultimo, per essere un cantante rock con grande voce e perizia alla chitarra.

L’intervista

Gianluigi, come è nata la tua candidatura? 

Innanzitutto ci tengo a dire che la mia è una candidatura politica a tutto tondo, con forti connotazioni ideologiche, per una città che ha grande vocazione politica. Milano viene descritta come una città internazionale, moderna e ricca. Ma le file alla Caritas, i negozi che chiudono, le periferie degradate e i quartieri lasciati in mano alle organizzazioni criminali raccontano una storia differente. Perciò con la mia candidatura voglio offrire ai milanesi un’idea, un progetto per una Milano diversa. Il mio è l’unico programma alternativo rispetto alle proposte di Sala e del centrodestra, che fra l’altro sono perfettamente sovrapponibili. Non a caso ho affermato recentemente che Sala sarebbe un canditato perfetto anche per la coalizione di Berlusconi, Salvini e Meloni. La mia invece sarà una voce fuori dal coro contro l’omologazione della politica. La mia idea per Milano pone i milanesi al centro della vita della città, contro lo strapotere della finanza speculativa e delle multinazionali. La mia sarà la Milano dei diritti fondamentali previsti dalla Costituzione: diritto al lavoro, alla casa, alla sanità, all’istruzione e alla sicurezza. E, ultimo ma non ultimo, il diritto a un’opportunità. Milano deve tornare a offrire opportunità alla sua gente, come è sempre stato in passato recente e come oggi non è più. 

Porterai a Milano la tua esperienza di parlamentare? 

I tre anni e mezzo trascorsi in Senato mi hanno permesso di capire meglio i meccanismi della politica, certo. E ho capito anche come aiutare concretamente i cittadini facendo parte delle istituzioni. Questo bagaglio di esperienza lo porterò anche a Palazzo Marino. Tuttavia in questo periodo non ho mai smesso di stare in mezzo alla gente, come già facevo da giornalista, e ho intenzione di continuare a farlo. La politica deve tornare a percorrere le strade, dev’essere un centro di ascolto e di confronto e non un gioco per le segreterie dei partiti: la scelta del candidato per il centrodestra è un chiaro esempio di distacco fra politica e popolo. Io non ho partiti alle spalle, ma un progetto che ritengo valido, solido, realizzabile. Il mio riferimento sono le persone reali, i loro problemi, i loro sogni. È per loro che mi candido, pensando al futuro dei miei figli.

Quale idea di città vorresti rappresentare, quali le principali critiche e quali le proposte?

Come ho anticipato, vorrei rappresentare la Milano dei cittadini, più vicina a certi meccanismi che l’hanno resa grande e apprezzata nel mondo in un passato che troppo spesso dimetichiamo, ma che è un ottimo punto di riferimento ideale. Già a fine anni Settanta Lucio Dalla cantava di una Milano a vocazione internazionale, aperta, accogliente, ricca di opportunità. Non c’è bisogno di inventare chissà cosa, più che altro bisogna ritrovare tutti quei meccanismi virtuosi che hanno celebrato l’epoca d’oro della città. Ovviamente tenendo conto dei cambiamenti trascorsi negli anni, dello sviluppo della tecnologia e di tanti altri aspetti. Ma tutti questi cambiamenti possono essere gestiti bene oppure no. Se i cittadini tornano a essere il fulcro della vita della città, se le loro vite anziché precarie e incerte persino nel possesso dei beni fondamentali tornano a essere un luogo di crescita e di opportunità, ecco che Milano è pronta a cambiare faccia e a tornare ciò che è stata. Sono le priorità a fare la differenza: le mie priorità coincidono con le critiche che posso muovere all’attuale amministrazione. Oggi a Milano un pezzo di classe media sta scivolando in una fascia grigia e, a volte, è costretta a mettersi in fila per un pasto o per un letto. Questo non può e non deve accadere. La casa è diventata un asset di bilancio per fondi speculativi, invece deve tornare a essere la base solida dalla quale sono iniziati i miracoli familiari e imprenditoriali hanno scritto la storia della città. Ristoranti e attività commerciali sono aggrediti da riciclatori di denaro sporco o da multinazionali, io voglio rivitalizzare l’anima imprenditoriale dei milanesi, salvare le loro idee e le loro tradizioni. Di fronte a questi e ad altri temi, mi domando se chi progetta il futuro di Milano  può davvero pensare di fare a meno di cittadini, famiglie, imprenditori, lavoratori. O che basti vendersi al miglior offerente rinnegando la propria cultura e le proprie tradizioni per costruire il futuro. Io penso di no. Ora più che mai serve un cambiamento radicale. 

Qual è il fulcro di questo cambiamento?

Abbiamo identificato sei diritti senza i quali non c’è libertà per i cittadini e non può esserci futuro per Milano: diritto al lavoro, alla scuola, alla casa, alla salute, alla sicurezza e alle opportunità. Riguardo al lavoro, assistiamo a un’aggressione sul fronte dei contratti e dei salari, in una disputa trascinata al ribasso dalle logiche imposte dalle multinazionali. La sfida si gioca tra piccoli imprenditori e forza lavoro, disgregando quell’alleanza che un tempo aveva caratterizzato la crescita dei miracoli distrettuali. Parlando di scuola, un anno di Dad ha portato a un’impennata del tasso di abbandono scolastico. Bisogna investire sugli edifici scolastici mettendoli in sicurezza e adeguandone la funzionalità, appoggiare i ragazzi e le loro famiglie per contenere il fenomeno della dispersione scolastica. Negli anni 80/90 le giovani coppie venivano agevolate nell’acquisto della prima casa. Oggi invece il Pnrr contiene norme che sono un regalo al sistema bancario per facilitare le procedure di sfratto a danno delle famiglie in difficoltà. Noi siamo al fianco di queste famiglie. Il diritto alla salute è fondamentale, soprattutto nell’era del Covid che ha dimostrato l’importanza di cure domiciliari e medici di base. Il problema è che sono sempre meno e spesso non vengono messi nelle condizioni di svolgere al meglio il loro lavoro. Noi vogliamo che sia garantita ai cittadini un’adeguata assistenza. A Milano il problema della sicurezza è cronaca quotidiana. Troppe aree della città sono abbandonate a se stesse e lasciate in balia delle bande criminali. C’è poca vigilanza e un controllo del territorio non coordinato: un problema che si è aggravato negli anni, anche a causa del fallimento delle politiche d’integrazione. Si devono implementare le nuove tecnologie e le mappe del rischio, aumentare la sicurezza elettronica e le tempistiche di risposta di vigili urbani e forze dell’ordine. Infine c’è un tema che mi sta particolarmente a cuore: il diritto a un’opportunità. Milano da anni ha interrotto l’ascensore sociale e costringe i propri figli migliori ad andarsene dopo averli formati. Noi vogliamo che tutti abbiano la possibilità di giocarsela puntando sul proprio merito.

Due domande forse scomode, quale è il tuo obiettivo in termini di voti e cosa farai al secondo turno se non sarai uno dei due contendenti? 

Siamo convinti di poter conseguire un buon risultato perché da troppo tempo i milanesi sono costretti a scegliere tra due proposte, quelle di centrosinistra e centrodestra, che sono molto simili fra loro. Noi offriamo finalmente un’alternativa per cambiare rotta e siamo fiduciosi che i cittadini lo capiranno. Lo dimostra la partecipazione alle nostre iniziative in giro per la città. C’è curiosità, entusiasmo, voglia di cambiare. La nostra idea di città è molto diversa da quella di Sala e del centrodestra, che in cinque anni di opposizione non ha saputo nemmeno formare una classe dirigente all’altezza. Con questa premessa è evidente che, se non dovessimo riuscire a raggiungere il ballottaggio, non appoggeremmo nessuno dei due contendenti.

Ora una curiosità: hai ancora tempo le tue antiche passioni, cantare e suonare?

Devo ammettere che gli impegni lavorativi riducono di molto il tempo libero a disposizione. Ne sa qualcosa mia moglie. A me piace stare a contatto con le persone, per cui sono spesso in giro per l’Italia a raccontare chi siamo, cosa vogliamo realizzare, qual è la mia idea di futuro. Però quando posso, magari nei momenti casalinghi, quattro note alla chitarra e una cantata me le concedo volentieri. Le passioni fanno parte della vita, non potrei mai rinunciare a ciò che amo.


23 GIU 2021 – Gabriele Mariani lista Milano in Comune – Civica AmbientaLista
28 GIU 2021 – Simone Sollazzo lista Milano Concreta
28 GIU 2021 – Gianluigi Paragonelista Italexit
2 LUG 2021 – Giorgio Goggilista Socialisti di Milano
7 LUG 2021 – Mauro Festalista Partito Gay – Solidale Ambientalista Liberale – LGBT+
7 LUG 2021 – Alessandro Pascalelista Partito Comunista
13 LUG 2021 – Bianca Tedonelista Potere al popolo Milano

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