Smart working e telelavoro sono stati i termini più usati negli ultimi quindici mesi nel nostro Paese a causa della pandemia da Covid-19 che ha colpito oltre al nostro Paese tutto il mondo. Grazie però al rapporto intenso con la tecnologia i milanesi hanno vissuto meglio questo periodo.
Ricordiamo che la Lombardia e il capoluogo hanno pagato di più rispetto al resto d’Italia in termini di contagi e di decessi. Proprio con l’aiuto della tecnologia, nel 14% dei casi, i milanesi costretti in casa hanno potuto risolvere il problema lockdown usufruendo di servizi di telemedicina, videoconsulto o consegna domiciliare dei farmaci.
Servizi molto apprezzati dagli abitanti del capoluogo lombardo che ne hanno fatto uso: l’83% ha dichiarato che questi strumenti hanno semplificato la gestione dell’isolamento e il 17% li ha considerati addirittura indispensabili.
A rilevare lo studio è l’Osservatorio Sanità di UniSalute realizzato con Nextplora, Agenzia di Insight & Data Management) per indagare le abitudini degli italiani – e dei milanesi in particolare – per quanto riguarda l’uso delle nuove tecnologie applicate al benessere.
Il rapporto con la medicina
Telemedicina e videoconsulti, grazie alla loro capacità di fornire garanzie sulla reperibilità di medici e strutture sanitarie, hanno rappresentato un supporto psicologico per il 42% degli abitanti di Milano che hanno vissuto un periodo di isolamento domiciliare, mentre il 32% delle persone che hanno usato questi strumenti ha apprezzato in particolare la possibilità di tenere sotto controllo con costanza il proprio stato di salute.
L’uso delle tecnologie

Altro aspetto in ascesa per quanto riguarda la salute riguarda le app. Non è un caso che un milanese su tre (35%), reputi queste ultime e i cosiddetti “wearable” (come ad esempio gli smartwatch) validi alleati per quanto riguarda il monitoraggio del proprio stato di salute.
Lo sport, e in generale la cultura del wellness, rappresentano l’ambito in cui salute e tecnologia vengono vissuti nel capoluogo lombardo come un binomio inscindibile: il 34% dei wearable e delle app utilizzati sono infatti dedicati al monitoraggio dell’attività fisica.
Seguono gli strumenti in grado di tenere sotto controllo l’attività cardiaca (31%) e le app che permettono di calcolare il consumo di calorie nell’arco della giornata (17%). Oltre ad app e wearable, è il web a fornire un ruolo importante: internet, ormai fonte primaria di qualsiasi tipo informazione, è utilizzato da quasi un milanese su due (41%) per eseguire delle autodiagnosi, soprattutto quando riguardano sintomi lievi o piccoli infortuni.
Giovanni Abruzzo