Milano è pronta a ripartire e mettersi alle spalle il periodo buio dell’emergenza sanitaria. Una ripresa che si annuncia a due velocità: bene l’industria, più lenta la ripresa del terziario. Calano le persone in cerca di occupazione anche se il dato resta preoccupante e crescono gli inattivi. Quel che occorre, adesso, è un’accorta pianificazione delle risorse “da investire in maniera strategica in infrastrutture materiali e immateriali e nello sviluppo del territorio e delle imprese” ha sottolineato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, intervenuto al webinar “Ripensare Milano oltre il 2020” nel corso del quale è stato presentato il 31° rapporto annuale “Milano Produttiva”, realizzato dal Servizio Studi Statistica e Programmazione della Camera di commercio delle tre province.
Imprese: saldo attivo di oltre 5.000 unità
Al 30 giugno 2021 sono 16.994 le nuove imprese iscritte a Milano, Monza Brianza e Lodi (+37,4% rispetto allo stesso periodo 2020) e il saldo, fra le imprese iscritte e cessate è in attivo di 5.050 imprese, superando quello dell’intero 2020 (+4.404 imprese). Il tasso di crescita è pari all’1,08%, un dato migliore rispetto a quello pre-Covid (+0,54%). Complessivamente nel territorio di Milano Monza Brianza Lodi a fine giugno sono 389.651 le imprese attive di cui oltre 305mila solo nel milanese (circa 70mila artigiane), in crescita dell’1,6% rispetto a giugno 2020.
Sangalli: “Andare avanti con la campagna vaccinale e investimenti mirati”
“L’economia milanese, nel 2020, è stata particolarmente colpita dalla crisi Covid, con una perdita del valore aggiunto di oltre il 10%. Commercio, turismo e servizi sono stati i settori più penalizzati – ha detto Sangalli. Grazie alla zona bianca c’è un ritorno alla crescita, ma il percorso per recuperare il terreno perduto è ancora lungo. Occorre andare avanti con la campagna vaccinale e rilanciare Milano con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – quasi 5 miliardi – che auspichiamo siano investite prioritariamente nel potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali, come la banda ultra larga, nel rilancio del turismo a livello internazionale e a favore dell’innovazione del sistema imprenditoriale. I tempi però sono molto stretti – ha concluso Sangalli – perché il 70% dei fondi europei deve essere impegnato entro il 2022 e il restante 30% nell’anno successivo. Sarà questa la grande sfida della nuova amministrazione comunale per ripensare e rilanciare il futuro di Milano”.
Quest’anno previsioni positive per il valore aggiunto
Per il 2021 le previsioni sul valore aggiunto indicano per Milano una crescita pari al 5,3%. Si intravede uno spiraglio di luce per la città che ha pagato un conto salato alla pandemia in termini di valore aggiunto quantificato in 16 miliardi di euro (-10,1% rispetto al 2029).
Il trend dei settori economici nel 2020 e nel I trimestre 2021
Milano è stata l’area più colpita dagli effetti indotti dal Covid, con profonde cadute rispetto ai dati 2019 della produzione industriale (-9,5%) e del fatturato nei comparti dei servizi (-13,3%) e del commercio (-11,8%).
Nel primo trimestre 2021 si è visto un deciso cambio di passo per l’industria manifatturiera, con la produzione che ha ripreso a crescere (+6,8% a Milano).
Risultano ancora forti, invece, gli effetti del lockdown sul terziario, con il capoluogo lombardo che registra una pesante flessione del fatturato per il commercio (-6,9%) e un arretramento di quello dei servizi (-1,7%).
Import ed export: Milano ancora in difficoltà sulle vendite
Il territorio di Milano – Monza Brianza – Lodi ha registrato nel 2020 una riduzione dell’export pari all’11%, un dato superiore a quello lombardo (-10,6%) e dell’Italia (-9,7%). In termini assoluti significa una perdita di circa 6,5 miliardi di euro rispetto al 2019, con riduzioni più accentuate per Milano (-12,5%) e Monza Brianza (-7,1%) e più contenute per Lodi (-3,9%).
Sul fronte delle importazioni il dato economico non cambia: -9,5% rispetto al 2019, percentuale che equivale a una perdita di 8 miliardi di euro con Milano che registra un -10%.
Nei primi tre mesi di quest’anno se la città ha messo in mostra ancora un segno negativo sull’export (-3,8%) Lodi e Monza Brianza hanno decisamente invertito la tendenza, mettendo a segno incrementi a doppia cifra (rispettivamente +22,4 e +10,5%). Nello stesso periodo l’import torna a crescere su tutti i territori (+6,2% a Milano).
Lavoro: in calo l’occupazione, aumentano gli inattivi
Gli effetti della crisi si riverberano sull’occupazione con un aumento anche degli inattivi – coloro che non cercano lavoro, né sono immediatamente disponibili ad iniziarne uno – a dimostrazione di un diffuso sentimento di scoraggiamento amplificato dall’emergenza sanitaria. Le politiche di sostegno al mondo del lavoro hanno solo in partite sortito gli effetti sperati.
Se a Milano rispetto al 2020 si è avuto un calo dell’1,3% Lodi ha registrato un saldo positivo: + 1%. Nel complesso nelle tre province la diminuzione è stata dell’1,1%, più contenuta rispetto all’1,7% della Lombardia e al -2% nazionale. A fronte di 1,9 milioni di occupati (il 45% del totale regionale), le persone in cerca di occupazione sulle tre province sono poco meno di 116mila, in netta contrazione rispetto al 2019 (-15.000 unità). Inoltre, in controtendenza rispetto al dato nazionale, nelle tre province il dato delle donne occupate rimane stabile (+0,1%) rispetto a quello degli uomini (-2,1%). I tassi di occupazione sono peggiorati rispetto al 2019 con Milano al 68,7%, rimanendo comunque di gran lunga migliori rispetto al dato nazionale (58,1%).
Foto di copertina: Marten Bjork