Milano ha dedicato i giardini di piazza Emilia a Nilde Iotti, la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire la carica di Presidente della Camera, anzi, la prima donna nella storia dell’Italia repubblicana a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato.
Durante l’evento si è anche potuto assistere alla mostra che racconta dello spostamento della “Fontana dell’acqua Marcia” che da viale Piceno è stata traslata nella piazza ora dedicata a Nilde Iotti…
Leggi tutto l’articolo di Cristina Fabris sul numero dell’Eco di Milano e provincia n. 6 – 2021.
Lunedì 28 Giugno 2021 dalle ore 21:00 è in programma un evento aperto a tutti dal titolo “Nilde Iotti, dalla Resistenza alla Presidenza” organizzato dal Circolo on line del PD Nilde Iotti.
Chi era Nilde Iotti
Giorgio Napolitano la definì “esempio luminoso di passione politica e integrità morale”. Nilde Iotti (10 aprile 1920 – 4 dicembre 1999), vista la sua lunga storia nelle istituzioni e la rispettabilità, può essere considerata come la Ruth Ginsburg italiana.
Leonilde Iotti, detta Nilde, vive l’infanzia e l’adolescenza tra Reggio Emilia e Cavriago accudita dal padre, ferroviere, e dalla madre casalinga.
Il padre viene allontanato dal lavoro per il suo impegno nel sindacato dei lavoratori e questo segna molto il carattere della giovane Nilde che abbraccia presto le sue convinzioni di ispirazione comunista.
Dopo la morte del padre nel 1934 Nilde riceve una borsa di studio che le permette di iscriversi all’Università Cattolica a Milano. Li, dove in quel periodo insegna anche Amintore Fanfani, si laurea in Lettere nell’ottobre 1942 e inizia a insegnare in un istituto tecnico reggiano, non dopo essersi iscritta al Partito Nazionale Fascista che era all’epoca uno dei requisiti per poter insegnare nelle scuole pubbliche.
Durante la guerra diventa staffetta partigiana e porta volantini, viveri, medicine con la sua bicicletta. Partecipa attivamente alla lotta di Liberazione attraverso i Gruppi di difesa della donna. Nel 1945 l’UDI (Unione Donne Italiane) le affida l’incarico di indagare sulle condizioni delle famiglie più bisognose. Sarà l’inizio della sua lunga attività politica.
Carriera politica
Il 31 marzo 1946 viene eletta nel consiglio comunale di Reggio Emilia e nel giugno 1946, a soli 26 anni, entra a Montecitorio insieme ad altre ventuno deputate, prime donne elette nel nuovo Parlamento italiano. Ottiene 15.936 voti nella XIV circoscrizione di Parma, Modena, Piacenza e Reggio Emilia.
Nello stesso anno diventa membro dell’Assemblea Costituente dove partecipa alla stesura della Costituzione.
Viene rieletta alla Camera nel 1948 dove lavorò ininterrottamente fino al 1999 cotto i colori del Partito Comunista Italiano. In questo periodo venne eletta Presidente della Camera dei deputati per tre volte consecutive, rimanendo in carica per ben 13 anni (dal 1979 al 1992). Questo lungo “mandato” è un primato è un record che resiste ancora oggi.
Nel corso di quasi mezzo secolo vissuto nelle istituzioni Nilde fu promotrice, tra le altre cose, della legge sul diritto di famiglia del 1975, della battaglia sul referendum per il divorzio (1974) e per la legge sull’aborto (1978).
Convinta europeista è stata anche deputata del Parlamento europeo dal 1969 al 1979.
Nel 1987 ottiene l’incarico esplorativo per un Governo da parte dell’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Le cose poi non si concretizzarono.
Negli anni Ottanta è alla guida della commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2 e lavora alle riforme istituzionali e alla modifica del Regolamento della Camera in materia di voto segreto.
Passa al PDS (Partito Democratico della Sinistra) dopo la dissoluzione del PCI il 3 febbraio 1991.
Nel 1993 ottiene la Presidenza della Commissione Parlamentare per le riforme istituzionali. Nel 1997 è Vicepresidente del Consiglio d’Europa.
Il 18 novembre 1999, dopo cinquantatré anni di politica attiva, con una lettera indirizzata al presidente della Camera Luciano Violante, Nilde abbandona il mondo delle istituzioni per motivi di salute. Muore per arresto cardiaco soltanto pochi giorni dopo, il 4 dicembre 1999.
Nilde Iotti è stata una donna forte, coraggiosa e modernissima che ha fatto delle scelte spesso controcorrente rispetto alle linee del suo partito.
Vita privata
Nel 1946, proprio nel periodo in cui è impegnata alla Costituzione Italiana, inizia la sua relazione con l’allora Segretario Nazionale del PCI, Palmiro Togliatti.
Palmiro ha 53 anni, ventisei più di Nilde, ed è già sposato con Rita Montagnana da cui ha avuto un figlio (Aldo) nel 1925. La relazione rimane segreta fino al 1948, lo stesso anno in cui Togliatti lasciò la moglie e venne ferito da tre colpi di pistola in un attentato mentre usciva da Montecitorio.
Iotti e Togliatti insieme chiesero e ottennero l’affidamento di una bambina orfana, Marisa Malagoli, sorella minore di uno dei sei operai uccisi dagli agenti della Celere il 9 gennaio 1950 nel corso di una manifestazione operaia alle Fonderie Riunite di Modena.
Nel 1964 Palmiro Togliatti, mentre è in Crimea con Nilde, viene colpito da un grave ictus e perde la vita alcuni giorni dopo.
Nilde Iotti muore a Roma nel 1999, viene sepolta nel cimitero del Verano a Roma, nel Famedio del PCI accanto ad altri dirigenti, tra cui Togliatti.