EA7 EMPORIO ARMANI MILANO 64VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 72
Davies 4, Thomas 3, Melli 6, Baron 12, Hall 19, Tonut 2, Hines 10, Mitrou-Long 2, Ricci 2, Biligha 1, Baldasso 3, AlvitiPajola 2, Lundberg 5, Mickey 13, Weems 2, Ojeleye 17, Menalo, Bako 10, Camara 2, Cordinier 12, Belinelli 4, Mannion 5, Ruzzier,
Allenatore: MessinaAllenatore: Scariolo
Tiri Liberi: 19/25 (76%)Tiri Liberi: 21/29 (72%)
Tiri da 2: 12/30 (40%)Tiri da 2: 21/48 (44%)
Tiri da 3: 7/30 (23%)Tiri da 3: 3/13 (30%)

Arbitri: Rossi, Attard, Giovannetti
Parziali: 12-8; 14-14; 12-14; 21-23; OT1 5-13

L’Olimpia cede all’overtime alla Virtus Bologna che raggiunge in finale il Banco di Sardegna Sassari. La Frecciarossa Supercoppa lascia un sapore amaro a Milano in una serata che ha mostrato poche luci e molte ombre. È stata una brutta partita, certamente condizionata dalle assenze su entrambe i fronti, dalla scarsa condizione atletica di diversi giocatori – in particolare quelli dell’Olimpia, che ha prestato ben sette giocatori alle nazionali impegnate nell’Eurobasket – caratterizzata da tanti errori e distrazioni che alla fine han fatto pendere la bilancia dalla parte della Segafredo.

I nuovi arrivati hanno bisogno di tempo per assimilare i dettami tattici di Messina ma qualcosa di più era lecito aspettarselo. Thomas e Davies hanno chiuso rispettivamente con 3 e 4 punti in 23 minuti di gioco mentre Baron ha realizzato 12 punti in 32 minuti, di cui più della metà giunti nel finale. A dir poco disastrosa la prestazione di Mitrou-Long: 0/4 dal campo, 0/5 da 3 con appena due liberi a referto.

Promossi a pieni voti i due veterani, Devon Hall e Kyle Hines. La guardia di Virginia Beach ha realizzato con buone percentuali (3/4 da 2, 4/7 da 3) così come Hines (4/5 da 2). Troppi tiri affrettati e poca attenzione in difesa hanno reso più agevole il percorso verso la vittoria della Segafredo, anch’essa poco determinata e confusa ma lucida nei momenti topici del match.

L’Armani è stata avanti fino al terzo quarto, nel secondo aveva accumulato un buon margine di vantaggio ma ha subito il ritorno di Bologna trascinata da Ojeleye e Bako, poi nel finale è esploso Cordinier che ha seminato il panico sotto il canestro avversario.

Noi  abbiamo tirato con percentuali che a questo livello non puoi permetterti per vincere. Potevamo portarla via alla fine – ha detto Ettore Messina in sala stampa – ma non è stata una serata in cui si può essere contenti. È una sconfitta che può farci bene se capiamo che è una stagione lunga, difficile e che serve resettare tutto, allacciarsi le scarpe e ricominciare, sapendo che dopo una partita affrontata con tante assenze abbiamo bisogno di limitare al massimo gli errori”.

Olimpia Segafredo Bologna

Percentuali basse nel I quarto. Due triple di Hall lanciano l’Olimpia

Polveri bagnate in avvio di gara, attacchi non puliti su entrambe le sponde e il primo canestro arriva dopo due minuti ad opera di Ojeleye. Messina corre ai ripari e decide di cambiare: fuori Hall e Davies, dentro Mitrou-Long e Hines. 0/4 al tiro e 4 palle perse per l’Olimpia, manca ancora la chimica di squadra come è normale che sia per una squadra che ha svolto poche sedute di allenamento al completo.

Il primo canestro di Milano arriva dopo 5′ di gioco, costruito sull’asse Melli-Hines che schiaccia a canestro. Il tiro vincente di Hines sblocca l’Armani che mette a segno un parziale di 9-0 (9-5) e trova anche le prime due bombe della serata con Devon Hall (12-8). L’ingresso del centro statunitense ha dato maggior equilibrio alla difesa e aiutato la squadra a trovare geometrie più lineari in attacco.

Olimpia Segafredo Bologna

Attacchi spuntati e tiri forzati, la partita stenta a decollare

Con una serie di pick and roll l’Olimpia mette in difficoltà la Virtus e il secondo quarto si apre con altre due triple firmate Hall e un canestro di Davies (20-8). Bologna è in chiara difficoltà, rompe il blackout con Camara ma non sfrutta il tecnico chiamato a Melli. Ci pensa allora Belinelli a portare fiero in cascina (20-13) e quando Thomas si lascia passare sotto il muso Ojeleye Messina s’imbufalisce e chiama timeout.

Al rientro sul parquet Milano è ancora confusa e Bologna non esita ad affondare il colpo portandosi a sole due lunghezze (24-22). Tanti i tiri forzati da una parte e dall’altra, si avverte l’assenza di Datome, Shields e dell’ex Cleveland Cavaliers, Pangos, così come è evidente la stanchezza di quei giocatori come Melli (0 punti in 14′) reduce dagli impegni dell’Eurobasket.

Olimpia avanti di due, grande equilibrio e gara aperta

Difesa forte e contropiede. È la chiave tattica dell’Armani che apre la terza frazione di gioco con la prima stoppata della serata di Kyle Hines e un uomo solo al comando: Devon Hall, che marcato stretto da Pajola mette dentro l’ennesima tripla realizzando anche il libero aggiuntivo (31-22). Cinque a zero di parziale e Virtus che prova a rispondere con il solito Ojeleye.

Olimpia Segafredo Bologna

Bologna resta aggrappata al match (34-30) ma nessuna delle due squadre dà la sensazione di poter mettere la freccia e dare uno strappo. Billy Baron litiga col canestro – appena 1 punto dopo 19′ sul parquet – Davies è fermo a quota 2, Melli è ancora a secco. E così tra buchi difensivi, infrazioni e mira imprecisa Milano stende un tappeto rosso alla Segafredo che non si lascia pregare e con Mannion e Cordinier inverte la direzione della partita e mette il naso avanti dopo il 5 a 0 iniziale (34-36).

Una ingenuità di Mannion concede due liberi a Billy Baron a 1″ dal fischio della sirena che l’ex Zenit San Pietroburgo non fallisce consentendo a Milano di arrivare all’ultimo quarto avanti di due (38-36).

Finale convulso e al cardiopalmo, si va all’overtime!

L’Armani prova ad alzare i giri del motore ma la macchina non risponde ai comandi. La buona notizia arriva da Nicolò Melli che si sblocca mettendo dentro due liberi (40-40), ma dal suo volto traspare tutta la fatica accumulata nelle ultime settimane. Milano si affida al capitano e ai veterani Hines e Hall, nella Virtus escono alla grande Cordinier e Bako che portano Bologna al massimo vantaggio (43-49).

Con una bella giocata Melli si butta indietro e trova i primi due punti dal campo, Baron trova il primo tiro dalla distanza e dimezza lo svantaggio (48-51). Si accende il PalaLeonessa quando il cronometro segna gli ultimi tre minuti. La schiacciata di Hines riaccende l’entusiasmo ma continuano a essere troppi gli errori dell’Olimpia con Baron che si intestardisce a tirare da tre (1/7) e Mitrou-Long in pessima serata.

Milano allunga la difesa ma le Vu Nere hanno un altro passo con Messina che a 1′ dalla fine della gara protesta per una decisione arbitrale e si becca il tecnico.

Infrazione di cinque secondi a Belinelli sulla rimessa e l’Armani torna a sperare (51-55). Hall trova la strada libera e si fionda a canestro. Sono due, adesso, i punti da recuperare a 47″ dal termine ma Hall, il migliore dei suoi, centra il ferro dalla distanza e sembrano spegnersi le speranze di rimonta di Milano.

Il finale è palpitante e succede di tutto nella ultimi 60″. Non fallisce Baron che firma la seconda tripla personale (56-58), Lundberg mette dentro un solo libero, Mickey esce per cinque falli suscitando la reazione di Scariolo che al pari di Messina viene sanzionato con il tecnico. Furioso l’allenatore della Virtus per la decisione degli arbitri di concedere tre liberi a Milano ma Baron sbaglia l’ultimo tiro e si va all’overtime.

Milano smarrisce la bussola e lascia strada libera alla Virtus

Il festival degli errori prosegue anche nei cinque minuti supplementari e a farne le spese è l’Olimpia. Milano sbaglia tutto, in difesa e al tiro, mentre Bologna firma un parziale di 6 a 0 che suona come una sentenza (59-65). Quando Lundberg realizza la tripla dopo aver disputato una gara anonima scorrono i titoli di coda. Solo quattro i punti dell’Olimpia nell’overtime, frutto di una giocata d’orgoglio di Baldasso e Hines. Troppo poco per cambiare l’esito di un incontro che si era riaperto per caso

L’Olimpia intitola il proprio parquet a Cesare Rubini

A partire dalla gara di campionato di domenica 2 ottobre contro Brescia, l’Olimpia Milano giocherà sul “Cesare Rubini Court”. Il parquet delle partite casalinghe di Milano sarà infatti intitolato ad uno dei più grandi personaggi della storia dello sport mondiale, che ha identificato, insieme al presidente Adolfo Bogoncelli, l’Olimpia per quasi trent’anni della propria esistenza.

“I valori, lo spirito competitivo, la voglia di essere sempre all’avanguardia, di considerare l’Olimpia una famiglia, ci sono stati tramandati da Cesare Rubini – dichiara Giorgio Armani – e ancora oggi rappresentano i principi che guidano la nostra società. Intitolargli il campo di gioco significa non solo ricordarlo, ma anche onorarlo in quello che è stato il suo ambiente naturale”.

Cesare Rubini ha vinto 15 scudetti all’Olimpia, i primi cinque anche da giocatore; una Coppa dei Campioni, due Coppe delle Coppe e una Coppa Italia; ha vinto 501 partite di campionato come coach, inclusi tre spareggi e nel 1962/63 l’Olimpia ha vinto 26 gare su 26, conquistando il titolo al termine di una stagione perfetta. Con la Nazionale italiana, da direttore del settore squadre nazionali, ha conquistato l’argento olimpico di Mosca 1980 e l’oro europeo di Nantes 1983, oltre al bronzo di Stoccarda 1985 e l’argento di Roma 1991. 

È l’unico sportivo europeo a figurare nella Hall of Fame di due sport, basket e pallanuoto. In quest’ultimo sport ha vinto l’oro olimpico del 1948 a Londra e il bronzo nel 1952 a Helsinki quando era già allenatore e giocatore dell’Olimpia Milano. Nel 2023 ricorrerà anche il centenario della sua nascita. Rubini è scomparso l’8 febbraio del 2011.

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