EFES ISTANBUL 89 | OLIMPIA MILANO 69 |
Beaubois 12, Bryant 12, Micic 15, Clyburn 16, Pleiss 8, Larkin 18, Zizic 6, M’Baye 2, Arna, Gazi, Singleton, Tuncer | Voigtmann 12, Melli 5, Shields 5, Tonut 2, Napier 6, Baron 3, Luwawu-Cabarrot 19, Davies 9, Hines 6, Mitrou-Long 2, Ricci, Thomas |
Allenatore: Ataman | Allenatore: Messina |
Tiri liberi: 15/15 (100%) | Tiri liberi: 8/9 (90%) |
Tiri da 2: 16/31 (52%) | Tiri da 2: 14/29 (48%) |
Tiri da 3: 14/31 (52%) | Tiri da 3: 11/20 (50%) |
Rimbalzi: 32 (20 difensivi, 10 offensivi) | Rimbalzi: 24 (19 difensivi, 5 offensivi) |
Arbitri: Lottermoser (Germania) – Difallah (Francia) – Nikolic (Serbia)
Parziali: 22-16; 25-16; 21-16; 21-21
Alzare le mani prima ancora di scendere in campo. Eppure le motivazioni non mancavano, anzi. La sconfitta rimediata a Istanbul contro l’Efes condanna l’Olimpia all’uscita di scena dall’EuroLeague, un sipario calato nel peggior modo possibile. Milano ha iniziato male e finito peggio, non ha mai offerto la sensazione di poter affondare il colpo, non ha dato segnali di reazione ed è colata a picco già a fine primo tempo.
I due volte campioni d’Europa hanno interpretato la gara alla perfezione, alzato il livello in difesa come non mai durante la stagione esibendo un attacco portentoso. I turchi hanno chiuso il match con 5 giocatori in doppia cifra. Larkin, Micic e Clyburn hanno dominato la scena, supportati da Bryant e Pleiss.
Per l’Olimpia è stata una serata dove non ha funzionato niente, una prestazione censurabile sotto tutti i punti di vista. Dall’approccio alla gara si è capito che per Milano la serata non sarebbe stata facile, cammin facendo la prospettiva si è fatta decisamente più cupa fino ad sconfinare in un’arrendevolezza che non ammette giustificazioni.
Pur volendo riconoscere le attenuanti degli infortuni e della scarsa condizione fisica di alcuni elementi non si può sorvolare sulla mancata reazione nervosa, sull’assenza di grinta e lucidità.
Messina: “Abbiamo giocato una gara patetica”
Dalle parole di Messina traspare rabbia e sconcerto. Ci sta perdere una partita che aveva i connotati di uno spareggio, è il modo come è maturata la batosta a far arrabbiare il coach. “Ci hanno colpito in faccia nei primi cinque minuti e quello che abbiamo fatto è stato giocare una partita patetica. Non abbiamo mostrato alcun desiderio di competere ed è l’aspetto peggiore di questa serata”.
“Ci hanno sopraffatto con la loro energia e la loro fisicità. Dovevamo avere abbastanza rispetto, per noi stessi e per quello che abbiamo fatto, da giocare una partita diversa. Così non è stato”.
Già tre triple per Voigtmann
Punteggio basso, tensione alta. Chi perde è fuori. Quattro palle palle perse da Milano, non fa meglio l’Efes, a quota tre. In un clima infuocato il teutonico Voigtmann sembra trovarsi a suo agio, 3/3 dall’arco e gara in equilibrio a metà primo quarto (12-11).
L’Olimpia costruisce bene e tira con precisione chirurgica dalla distanza ma l’Efes difende con attenzione, le due stoppate sulle entrate di Tonut e Napier certificano il livello di concentrazione dei turchi che piazzano un parziale di 5-0 (20-14). Già in doppia cifra Clyburn mentre i tiratori di Milano fanno cilecca dal campo: 1/5.
L’Efes prende il largo, +15 all’intervallo
Concede troppo Milano sotto le plance, tre rimbalzi d’attacco di seguito sono inaccettabili in una partita che vale una stagione. Di buono c’è che l’Olimpia adesso attacca con pazienza in transizione, Davies, Cabarrot e Melli centrano la retina ma le splendide giocate della squadra di Aitaman proiettano l’Efes a +11 (38-27).
Caricandosi sulle gambe da fermo Davies prova ad arrestare la fuga della compagine turca, Napier segna la prima tripla personale ma il jumper di Pleiss rimanda indietro Milano. L’Efes arriva alla conclusione con troppa facilità, Bryant trova l’ennesimo tiro dalla distanza e trascinati da Larkin e Clyburn si va all’intervallo con la squadra di Istanbul avanti di 15 (47-32).
Tanti errori di Milano, super difesa dell’Efes
Napier si ripete dalla distanza, il problema è che l’Efes continua a macinare gioco e punti. L’Olimpia ha difficoltà nella circolazione di palla, le linee di passaggio sono intasate e inducono all’errore i biancorossi. Ciò si riflette sul numero delle palle perse – 10 contro 5 a metà terzo quarto – che si aggiunge alla scarsa precisione al tiro di Shields e Baron.
Spesso esitanti, talvolta frettolosi. Il quintetto di Messina spreca tanto, al contempo va sottolineata la prova difensiva dell’Efes che non concede nulla. Il tempo scorre e non arrivano segnali di reazione dell’Olimpia che precipita a -18 (61-43). L’eccessiva frenesia dettata dalla necessità di accorciare il divario diventa un boomerang e quando Larkin piazza la tripla del +23 (66-43) si comprende come invertire il trend della gara è molto complicato.
Il palleggio, arresto e tiro di Cabarrot è un esercizio stilistico apprezzabile ma non serve a sollecitare Milano che inesorabilmente va spegnendosi. Il francese replica allo scadere mettendo a segno la tripla, una reazione tardiva perché il 68-48 più che riflettere il punteggio dal quale le due squadre ripartiranno per l’ultimo periodo segna la fine del match.
Sconfitta meritata, brutta prova di squadra
Melli e Cabarrot accorciano a -15 ma è un fuoco di paglia, una risposta dettata più dai nervi che dalla lucidità. Ci pensa Micic a spegnere il tiepido entusiasmo di Milano, di qui alla fine l’Efes gestisce agevolmente il vantaggio, rallenta seppur di poco il ritmo e porta a casa una vittoria preziosa quanto meritata.