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Smantellata organizzazione criminale. Sequestrati 720 kg di droga e quasi 4 milioni di euro in contanti

organizzazione criminale

Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, hanno hanno arrestato 10 persone ritenuti responsabili di traffico di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e ricettazione.

L’attività investigativa ha consentito individuare un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti ed attiva in diverse province tra le quali Milano, Bergamo, Pavia, Pesaro, Ascoli Piceno, Brindisi e Bari. 

Nel corso delle indagini, in particolare, si evidenziava come il denaro provento dell’attività di spaccio veniva periodicamente ritirato da un membro dell’organizzazione il quale, per il tramite di cittadini cinesi compiacenti trasferiva i contanti dapprima ad Hong Kong e, successivamente, mediante trasferimenti bancari, in Marocco.

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A Milano veniva poi completato il processo di “pulizia” del denaro che veniva successivamente reinvestito in attività commerciali apparentemente lecite (operanti prevalentemente nel settore dell’abbigliamento), reimpiegato in altre operazioni finanziarie per disperderne le tracce ovvero utilizzato nuovamente per l’acquisto e l’approvvigionamento di sostanza stupefacente per l’organizzazione.

Il sistema di trasferimento di denaro dell’organizzazione criminale

Le indagini hanno quindi permesso di accertare come l’apparato di movimentazione del denaro dell’organizzazione criminale fosse simile ai sistemi di trasferimento informale come Hawala“, “hundi”, “chop” e “flying money”.

Lo sforzo investigativo realizzato attraverso numerosi pedinamenti a riscontro delle attività tecniche, consentiva di individuare un esercizio commerciale nella Capitale che in realtà si riteneva potesse essere una copertura per attività illecite di credito e gestione finanziaria realizzato da un gruppo di cittadini cinesi.

Si ricostruiva come, attraverso un sistema fiduciario basato sulla lealtà tra famiglie di commercianti cinesi e intermediari del Marocco, il denaro – tramite il meccanismo della “compensazione” – veniva trasferito da un Paese all’altro con l’applicazione di un interesse, ovvero il guadagno degli intermediari. La parola “cambista” infatti nasce nell’ambiente criminale proprio per questo motivo, poiché chiunque, attraverso gli stessi, può trasferire una somma di denaro da un Paese all’altro, potendola ritirare in moneta locale con il cambio vigente, in riferimento all’andamento delle borse. 

Ogni transazione di denaro veniva identificata dall’organizzazione criminale mediante un “codice“, conosciuto dai broker e dai clienti nei rispettivi Paesi, in modo tale che esclusivamente l’interessato potesse riscuotere la somma. Per quanto riguarda i grossisti cinesi, gli stessi utilizzavano biglietti da visita del negozio, sui quali annotavano le somme versate a titolo di pagamento. 

Come venivano aggirati i controlli

Durante le indagini si è scoperto che i trasporti erano organizzati attraverso agenzie di viaggio compiacenti ed avevano una cadenza a ritmi serrati fino a 3 viaggi settimanali lungo la tratta Roma – Hong Kong, meta finale delle banconote.

Nello scalo aereo romano, le “procedure operative” del gruppo erano consolidate: al check in, una volta ottenuta la carta d’imbarco e registrato il bagaglio, con l’espediente di dichiarare dei valori al “tax refund” gli indagati si riappropriavano delle valigie e attendevano l’ingresso del corriere alle zone d’imbarco, superando i controlli doganali, al fine di scongiurare eventuali controlli in frontiera da parte di forze di polizia o Agenzia delle Dogane. I “bagagli” contenenti il denaro, inoltre, venivano fatti avvolgere con la pellicola protettiva “safe-bag” per evitare che durante gli scali intermedi le valigie potessero essere aperte per controllarne il contenuto.

Ad Hong Kong, il denaro veniva consegnato ad un money exchange che si occupava di cambiare la valuta e dirottare la valuta, tramite bonifici, su conti correnti dedicati.

Nel corso dell’attività investigativa si è complessivamente proceduto al sequestro di kg 720 di sostanza stupefacente (marijuana, hashish, cocaina ed MDMA) e di un totale di 3.800.000.000 euro in contanti. Si stima, inoltre, che nel periodo di monitoraggio il denaro transitato su Hong Kong possa quantificarsi in circa 200 milioni di euro.

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