È tornata anche quest’anno, con lo strascico della lunga ottobrata, la polemica in salsa social sulla zona di Porta Venezia (Via Vittorio Veneto-Bastioni di Porta Venezia, in particolare) e l’adiacente area di Via Lecco. Questioni che si ripresentano ogni anno con la bella stagione e, mai come negli ultimi tempi, amplificate dagli ormai imbarazzanti account social più o meno politicizzati.

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Il passeggio di Via Vittorio Veneto

La lunga e stretta area verde tra Via Vittorio Veneto e i Bastioni di Porta Venezia che va da Porta Venezia, appunto, a Piazza della Repubblica, non è mai stata godibile per i milanesi (neppure in tempi passati), soprattutto nelle ore notturne.

Urbanisticamente parlando è un vero e proprio incubo. Da una parte, quella lungo i Bastioni (arteria di scorrimento fin troppo veloce) c’è una ciclabile priva di illuminazione ricavata sul marciapiede e un gradevole quanto poco frequentato passeggio alberato lungo circa 700 metri. Il motivo principale per cui non è e non diventerà mai un percorso “godibile” è semplicemente perché non è piacevole camminare accanto ad una strada supertrafficata, lo sterrato non agevola ed è, ovviamente, un po’ in salita e un po’ in discesa senza nulla da vedere se non la lunga fila di macchine parcheggiate oltre la ciclabile.

I “punti di permeabilità” (così gli architetti oggi chiamano i passaggi) sono solo 2: entrambi costruiti verso la fine del 1800 lungo i ben più antichi bastioni, e pressoché impraticabili, per esempio, da persone in carrozzina o per mamme con passeggino. Il problema della “modernizzazione” di quest’area è complesso e preferiamo non approfondire.

La parte non sopraelevata di questa zona, quella adiacente a via Vittorio Veneto, è chiusa dalla linea del tram con i soliti 2 punti di attraversamento, la solita fila di macchine parcheggiate e forse una peggiore illuminazione pubblica rispetto all’area sovrastante. Anche via Vittorio Veneto, nonostante sia una via relativamente stretta, è comunque abbastanza trafficata.

La questione del degrado

Siringhe nell'area verde di via Vittorio Veneto
Siringhe nell’area verde di via Vittorio Veneto

Questa fetta lunga, stretta e verde di Milano, come abbiamo accennato, è poco frequentata dai cittadini ma in compenso è molto frequentata da ragazzotti (o ragazzetti), quasi esclusivamente stranieri, che bivaccano e spacciano. Non sono sospetti o propaganda contro l’amministrazione di turno, è una triste realtà che può essere verificata quotidianamente per la presenza di sporcizia e addirittura siringhe usate.

Spacciatori in azione accanto a Porta Venezia

“Sala, dove sei?”, si sente urlare sui social ad ogni post del venerdì, sabato e domenica sera …ma in realtà la domanda sarebbe da fare alla Polizia Municipale o alla Questura (che tra l’altro è a qualche centinaio di metri oltre Piazza della Repubblica, NDR).

Per dovere di cronaca, di interventi da parte delle froze dell’ordine ce ne sono stati ma gli spacciatori che agiscono come “pali” e il continuo ricambio è un’evidenza che questa prassi che ancora non è stata eradicata …e probabilmente non lo sarà mai senza interventi mirati a risolvere il problema, a meno che non ci si aspetti che i milanesi smettano di drogarsi.

Oltre via Vittorio Veneto, verso Via Lecco.

A partire dal lato destro di Via Vittorio Veneto la musica cambia un po’. Siamo sempre nel Municipio 3 in zona Lazzaretto. Riconvertita tra la fine dell’800 e i primi del 1900 a zona residenziale è caratterizzata da palazzi residenziali con attività commerciale al piano strada.

Via Lecco alla fine degli anni '50
Via Lecco alla fine degli anni ’50

Negli anni lo spostamento della stazione Centrale e la guerra e il trasferimento della medio-borghesia verso altri quartieri resero la zona più appetibile a classi meno abbienti. Immigrati dal sud Italia prima e dell’Africa, poi, occuparono le abitazioni un tempo signorili.

Con il passar del tempo la comunità eritrea-etiope ha fatto di Porta Venezia e del Lazzaretto la sua casa. Una ventina di anni fa, salvo che per alcuni ristoranti di cucina etnica (che iniziava a diventare di moda) non era affatto una zona in cui c’era motivo di andare. Una decina di anni fa, invece, ci fu una lenta ma costante ripresa con l’apertura di molti locali e bar frequentati dalla comunità gay (oggi LGBTQ+).

Oggi viene chiamata “la zona di via Lecco” ed è uno dei quartieri più vivi, multietnici e interessanti di Milano. Una buona notizia per la città avere un “raimbow district” ma, come sempre accade, le dinamiche non sono sempre solo positive.

movida in via Lecco
Movida in via Lecco

I bar hanno attirato anche fin troppi clienti tanto che le strade (mai rese pedonali) sono ostruite a tal punto che è quasi impossibile passare. Nel 2021 anche un’Ambulanza ebbe seri problemi per via della folla e pochi mesi fa e alcuni residenti hanno fatto causa al Comune per danno alla salute (Corriere, 3 agosto 2022).

La massiccia presenza di persone, anche turisti, ha attirato varia delinquenza e anche in questa zona si sono verificate le prime risse con coltelli e bottiglie rotte a tarda notte.

Si ripete un po’ la dinamica già vista in altri quartieri: Navigli, Corso Como, Solari, San Lorenzo, ecc… tutte zone della movida che le Amministrazioni Comunali dovrebbero tenere sotto la lente di ingrandimento, capirne le esigenze e contenere gli eventuali problemi per far si che il quartiere sviluppi la sua identità e sappia evolvere positivamente …anche perché altri quartieri, Nolo (alias Nord di Loreto) in primis, si stanno avviando verso la stessa strada e affronteranno gli stessi identici problemi.


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