La storia della sosta di 2 ore come periodo massimo nelle strisce blu diventerà presto realtà ed è l’ultima (in ordine di tempo) tra le scelte del Comune di Milano per disincentivare l’uso del mezzo privato, in questo caso l’automobile. Un decisione adottata per “potenziare il principio di rotazione e garantire a tutti la disponibilità di posti auto”, così afferma il Comune di Milano.
La sosta di 2 ore nella cerchia dei bastioni parte dal 1 novembre 2023
Questo il Comunicato del Comune di Milano:
Come deliberato dalla Giunta lo scorso luglio, la sosta a pagamento, in vigore tutti i giorni della settimana tra le 8 del mattino e le 19 di sera, sarà consentita per una durata massima di 2 ore consecutive per ambito di sosta, senza possibilità di ulteriore estensione. Fanno eccezione le categorie dei veicoli esentate dal pagamento.
Dopo le 19 e fino alle 24, la sosta rimarrà a pagamento per le prime 2 ore e resterà invariata la possibilità di sostare gratuitamente per le successive.
La sosta, infine, rimane gratuita senza limiti orari tra le 24 e le 8 del giorno successivo.
Non viene specificato ma vale per tutti i giorni, dal lunedì alla domenica e solo se presente la nuova segnaletica (che supponiamo venga apposta nell’intera area in tempi brevi).
Non si è parlato nemmeno di multe. A oggi non conosciamo l’entità della sanzione prevista per chi sosta (anche pagando) per più di due ore.

L’inconsistenza dei motivi che spingono all’introduzione della delibera
In molti avranno pensato che i motivi della decisione, cioè “potenziare il principio di rotazione e garantire a tutti la disponibilità di posti auto” fosse un po’ campata per aria.
Il Sindaco Sala ha però in più occasioni rincarato la dose dicendo che a Milano c’è molta sosta “che chiamiamo parassitaria cioè di chi viene in città e pianta la macchina tutto il giorno e toglie spazio di sosta a chi ne ha bisogno”.
Non è mai stato però chiarito come una persona che paga 3, 4 o 5 ore di sosta possa essere diverso da 3, 4 o 5 perone che pagano 1 area di sosta ciascuno per occupare lo stesso spazio nello stesso periodo di tempo.
Chi ne beneficia?
Almeno nella teoria il Comune non sembra avere benefici economici, ma nella pratica ha il vantaggio di incassare il costo del parcheggio anche per il periodo che l’utente paga in eccesso. Se una persona valuta che ci vorrà 1 ora per sbrigare una commissione capita spesso che fissi la sosta per 1:15.
Allo stesso modo se il tempo di sosta è stato pagato per 1 ora è probabile che il posto venga liberato in anticipo permettendo ad un’altra auto di occupare lo stesso spazio e pagare a sua volta.
Di sicuro una sosta di 2 ore è insufficiente per chi ha riunioni, appuntamenti di lavoro e in moti casi anche per chi arriva nelle zone del centro per shopping o per visitare mostre.
La questione delle App
Ormai diffusissime le App permettono di interrompere la sosta quando, appunto, decidiamo di andarcene. In pratica si fissa una durata e al momento di patire si interrompe il conteggio pagando solo per i minuti necessari.
Con un sistema si questo tipo i vantaggi economici del Comune si azzerano e pertanto uno spazio non può “rendere” più di quello che potrebbe effettivamente incassare nell’arco temporale previsto. C’è però da fare una considerazione.
Con le App (mooneygo, easypark, telepass, ecc…) la Polizia Municipale non dovrebbe avere modo di vedere l’orario di arrivo e quindi, fatta la differenza, capire se l’automobilista ha sforato o meno le due ore.
L’automobilista dunque potrebbe da remoto terminare la sosta in qualsiasi momento e farne ripartire un’altra risultando così perfettamente in regola con tempi / pagamenti e aggirare così il limite della sosta di 2 ore. La soluzione è dunque quella di frazionare la sosta in modo da aggirare la delibera e non incorrere in eventuali sanzioni. Almeno nella teoria.