“Se fosse un’economia nazionale, questo territorio sarebbe decimo per PIL in Europa”
Puntare sul nucleare, ridurre il peso della pressione fiscale, accelerare sugli investimenti, emanare al più presto il Decreto Salva-Milano. Sono alcune delle richieste avanzate all’esecutivo da Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda, nel corso dell’assemblea 2024 dell’associazione svoltasi stamane nell’Aula Magna dell’università Bocconi.
L’assise, dal titolo “L’Impresa che è in noi“, è stata aperta alla presenza di rappresentanti delle istituzioni e della comunità degli imprenditori di Milano, Monza e Brianza, Pavia e Lodi, dal “corto” istituzionale “L’impresa che è in noi. Persone. Lavoro. La nostra arte“, promosso dall’Associazione per rappresentare l’orgoglio industriale oltre che l’innovazione, l’impegno e la passione dei suoi protagonisti.
Ai lavori hanno partecipato, tra gli altri, il rettore dell’Università Bocconi, Francesco Billar, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.

Una nuova Europa del fare, autonoma e liberale
Il numero uno di Assolombarda ha fatto un’analisi ad ampio spettro puntando i riflettori sullo scenario economico interno e su quello del vecchio continente, invocando “una nuova strategia industriale europea per cogliere le sfide della sostenibilità e dell’IA, a beneficio dei nostri giovani”.
Riguardo al patto di stabilità ha ribadito la necessità di “premiare i Paesi che producono avanzo primario”, rivendicato investimenti (“non possiamo fermarci ora, occorre correre di più), chiesto un fondo comune a livello europeo per le transizioni, l’introduzione di una mini Ires (Imposta sul reddito delle società, ndr) accompagnata da una riduzione della pressione fiscale.
Un tema caldo riguarda il comparto dell’automotive e su questo punto il leader di Assolombarda è stato categorico, chiedendo il “rinvio dello stop al motore endotermico previsto nel 2035. Sono a rischio fino a 40mila posti di lavoro in Italia”.
Spada ha poi tracciato l’identità di quella che ha definito ‘nuova‘ Europa, “un’Europa del fare, autonoma, che mantenga saldi i suoi pilastri di democrazia liberale, cultura del mercato, welfare. Un continente che non si risparmi mai per rafforzare la sicurezza industriale e la competitività”.

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat
L’economia lombarda performa meglio delle principali economie europee
Sulla Lombardia il presidente ha speso parole significative sottolineando il ruolo di locomotiva svolto dall’economia del territorio come traino dell’industria italiana e, al contempo, confrontato i valori generati dalla regione con quelli di analoghe aree dell’Europa.
“Se la considerassimo come un’economia nazionale, sui 27 Paesi dell’Unione Europea, la Lombardia sarebbe decima per PIL (con 480,6 miliardi di euro nel 2023), subito dopo l’Irlanda e prima di Paesi come Austria, Danimarca, Finlandia. Più del doppio della Grecia.
Più del 58% di questo valore è generato dai territori raccolti in Assolombarda: Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. L’economia lombarda performa meglio delle principali economie europee: rispetto al pre-Covid19, questo territorio è quello che sia in valori assoluti sia in valori pro-capite è cresciuto più di tutti.
Tra il 2019 e il 2023 il Pil della Lombardia è, infatti, cresciuto del +6,7%. Mentre l’Italia ha fatto + 4,6%. La Spagna +3,6%. La Francia +2,4%. La Germania solo +0,5%.
La competitività della Lombardia si riflette innanzitutto sui mercati internazionali con un valore di export pari a 163,6 miliardi di euro (2023) sui 626,2 dell’Italia, che a sua volta ha registrato un record incredibile, già da alcuni anni. Anche in questo caso l’economia lombarda registra una performance migliore di Paesi interi come Ungheria, Danimarca, Portogallo, Finlandia.
I territori di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, in tutto questo, fanno di export più del 13% a livello nazionale e più del 50% a livello regionale (82,2 miliardi di euro)”. “Siamo convinti – ha concluso Spada – che dentro questi dati ci sia un nostro modello industriale fondato sulla qualità, sull’innovazione, sulla diversificazione dei prodotti”.