Mute, giubbotti di salvataggio e pagaia, pronti a scendere con le canoe nelle acque dell’idroscalo sotto la guida di un istruttore federale perché l’attività si svolga in assoluta sicurezza.
L’appuntamento settimanale all’Idroscalo Club, associazione sportiva dilettantistica affiliata alla Federazione Italiana Canoa Kayak, rappresenta per i ragazzi di Fracta Limina, tutti con autismo severo, l’opportunità di sperimentare situazioni nuove, oltre a sviluppare l’autonomia e migliorare le capacità funzionali.
Un paio di incontri per familiarizzare con i movimenti giusti e i ragazzi sono subito scesi in acqua. Con risultati positivi per tutti, perché stare all’aria aperta fa bene e l’acqua rilassa, e per alcuni di loro addirittura sorprendenti. Avendo difficoltà nell’aspetto cognitivo, emergono le capacità motorie innate e c’è chi ha mostrato un equilibrio eccezionale come spiega Stefano, l’istruttore che fino a maggio accompagnerà i ragazzi in questa esperienza.
Anche lui ha dovuto prendere qualche lezione dai ragazzi, prima di tutto imparando a non dare troppi compiti tutti insieme e soprattutto a far vedere i movimenti piuttosto che usare molte parole e dare istruzioni a voce. “La sfida – spiega – è stata riuscire a insegnare loro un movimento che è molto complesso. E devo dire che a poco a poco ci stiamo riuscendo.
Tutti hanno una buona acquaticità e questo è stato un elemento fondamentale perché fin da subito non hanno avuto alcuna paura. La canoa infatti è un mezzo instabile, quindi hanno dovuto adattare il corpo ad una situazione per loro anomala. Non è la prima volta che seguo dei ragazzi disabili e ogni volta c’è il piacere di un rapporto che si conquista a poco a poco, la nascita di una reciproca fiducia.
Il lato affettivo in loro è molto sviluppato, hanno un approccio più istintivo degli altri per cui contano molto di più gli sguardi, una mano data al momento giusto, il linguaggio corporeo.”
I benefici dello sport ottenuti all’idroscalo di Milano
I benefici di praticare uno sport come la canoa iniziano già nello spogliatoio, perché imparare a vestirsi e svestirsi è una grande conquista di autonomia che richiede attenzione e tempi molto lunghi di apprendimento. “L’idea della canoa ci è piaciuta subito – sottolinea Emiliano uno degli educatori della cooperativa Fabula Onlus che segue da anni i ragazzi – perché si pratica all’aria aperta, consente movimenti ripetitivi e si lavora sulla motricità globale e sulla coordinazione. Cerchiamo attraverso lo sport di rinforzare i ragazzi incoraggiandoli, aiutandoli ad essere costanti e lavorando molto sulla parte comportamentale.
I risultati sono stati inattesi e incoraggianti. Abbiamo infatti notato che andare in canoa si è dimostrata un’attività rilassante soprattutto per chi ha comportamenti più agitati e aggressivi, che trae beneficio dal dondolio sull’acqua e dai movimenti ritmici.
Visto il successo sarà un’esperienza che replicheremo ma ci piacerebbe anche sperimentare l’atletica leggera. Cerchiamo sempre di allargare il ventaglio di proposte per avere la possibilità di insegnare a questi ragazzi qualcosa di nuovo che poi sia spendibile con la famiglia”.
Inserire nuove attività nella pianificazione del progetto educativo è importante perché permette anche agli educatori di individuare quelle maggiormente gradite ai ragazzi. È fondamentale infatti che vengano rispettate attitudini e aspettative di ognuno, perché sviluppino tutte le loro potenzialità, realizzando una piena integrazione in tutti gli ambiti di vita.
Foto di copertina: Emilio Pastorino