Dopo l’analisi approfondita della storia di San Siro nello scorso numero, ecco i successivi sviluppi. Ci eravamo lasciati con i club Inter e Milan che facevano al Comune di Milano un’offerta per l’area dove sorge attualmente lo stadio Meazza.
Successivamente, solo una settimana dopo aver ricevuto il documento di fattibilità, la Giunta comunale ha approvato delle linee di indirizzo per lo sviluppo delle attività dei due club sportivi. Questo atto permette al Comune di proseguire con l’iter amministrativo per la vendita delle aree interessate e l’apertura a raccogliere altre eventuali manifestazioni di interesse per l’acquisto.
Il Comune ha anche in programma di costituire un gruppo di lavoro sul tema e di avviare la conferenza dei servizi per valutare gli aspetti tecnici della proposta.
La proposta per il nuovo San Siro
Proposta che ad oggi prevede: uno stadio da 71.500 posti, che sorgerà dove oggi si trovano i parcheggi, 55mila metri quadrati di aree verdi e 72mila di parcheggi sotterranei, le sedi dei due club, un hotel, negozi e parchi. Del Meazza originale sopravvivrà ben poco, dato che ne è prevista la demolizione per il 70-80%.

Il prezzo per le aree è stato fissato dall’Agenzia delle Entrate e ammonta a 197 milioni (circa 73 per lo stadio di San Siro e 124 per le aree limitrofe), a questi però va applicato lo sconto previsto dalla legge stadi. Infatti andranno sottratti dal prezzo i costi di rimozione degli inerti dovuti alla demolizione e le operazioni di bonifica da compiere. Nel complesso lo “sconto” si dovrebbe aggirare sugli 80 milioni di euro.
Per quanto riguarda le tempistiche, sia Milan e Inter che il Comune di Milano, hanno interesse a chiudere la trattativa di compravendita entro luglio, perchè con l’autunno scatterebbero dei vincoli più stringenti sulla demolizione di San Siro, dovuti alla sua vetustà. I lavori in sé potrebbero iniziare nel 2027, se tutto va bene.
A capo del dossier del Comune di Milano sulla vendita delle aree c’è Simona Collarini. Ha già avuto esperienza, avendo avuto il ruolo di Rup (Responsabile unico del progetto) per la proposta presentata nel 2019. Però questa nomina è stata contestata, per il fatto che Collarini è attualmente indagata nel procedimento su alcune residenze nel Parco delle cave.
Oltre ad alcune voci esterne di dissenso, sembra che tutte le parti coinvolte siano fiduciose nel progetto e volenterose di portarlo a termine. Se ciò non dovesse accadere, il Milan mantiene comunque l’opzione San Donato in vista. Infatti, il club non ha mai comunicato al Comune sandonatese la volontà di abbandonare il progetto, ed è comunque proprietario dei terreni in città.
Sara Todeschini
Articolo pubblicato sul tabloid L’Eco di Milano e Provincia • Consulta il nostro archivio