La storia della chirurgia ha origini antiche e a dispetto del giusto amor proprio dei moderni chirurghi, in tempi lontani la chirurgia fu storicamente più vicina all’attività del barbiere che a quella del medico. Come mai?
Probabilmente perché i barbieri avevano manualità con gli strumenti affilati da barba e così si pensava potessero estendere i loro interventi con maggiore sicurezza dei medici, verso altre parti del corpo.
Si sa che in epoca egizia la chirurgia veniva praticata da loro, eccetto la pratica dell’imbalsamazione. Così fu durante il lungo regno Assiro-babilonese, ove però il codice di Hammurabi per evitare l’alta mortalità a seguito degli interventi, prevedeva regole molto severe fino a riservare l’amputazione di falangi per quei chirurghi-barbieri che fallivano le operazioni.
Storia della chirurgia nel mondo antico
Il mondo antico, anche greco-romano, è pieno di operatori della sanità fasulli come ciarlatani e ciarmatori.
Solo Ippocrate mise un po’ di ordine deontologico riuscendo a rendere vicinale l’opera del medico a quella del chirurgo, segnalando a quest’ultimo la necessità di sviluppare la conoscenza dell’anatomia.
In Grecia e a Roma la chirurgia già trattava l’ernia, i calcoli, le fistole, la riduzione di fratture, l’amputazione.
Nel I secolo d.C. Celso fu il primo medico-chirurgo di Roma antica in grado di operare la cataratta, i calcoli alla vescica ed effettuare la trapanazione del cranio, già praticata peraltro nell’antico Egitto. Fu anche autore di un prezioso trattato, il “De Re Medica”; spiega ed affina la tecnica chirurgica greca anche in campo militare ove era necessario intervenire su vaste ferite causate da armi da taglio.
Tra i padri fondatori della chirurgia medica ricordiamo Sorano e Galeno (II sec. d.C.) che chiamavano la chirurgia la terza via dopo la medicina ed i farmaci. Anche allora si usavano pinze, forbici, sonde, aghi, seghe, trapani, coltelli, scalpelli, punteruoli…
Si può dire che fino in età rinascimentale la chirurgia era in mano ai cerusici-barbieri, esperti nella pratica, ma sostanzialmente ignoranti in anatomia e farmacologia.
Dal 1200 in poi con la fondazione della prima Università si sviluppa la conoscenza dell’anatomia e lentamente avviene una riunificazione della medicina con la chirurgia, entrambe tenute a delle regole professionali sempre più precise.
La chirurgia nell’età moderna
Capostipite dei nuovi chirurghi è Ambroise Parè (1517-1590); elabora nuove tecniche per la trapanazione del cranio, inventa il cinto cranico, realizza protesi. Vanno pure ricordati Vigo di Rapallo, chirurgo di papa Giulio II e il bolognese Bartolomeo Maggi, chirurgo di Giulio III.
Va pure citato Gaspare Tagliacozzi, l’inventore della chirurgia riparatrice tramite dei piccoli trapianti.
Il battesimo della chirurgia moderna risale al Settecento, grazie ai progressi dell’anatomia e fisiologia.
Ma il secolo d’oro della chirurgia è l’Ottocento anche per i primi efficaci sistemi di disinfezione e anestesia praticata quest’ultima con oppio, alcool e la gloriosa onnipresente “mandragora”.
Però il successo dell’operazione molto dipendeva dal procedere dell’infezione contro la quale, prima di Pasteur, non c’era molto da fare; tant’è che si operava poco e solo a fronte di situazioni disperate.
Dopo la metà dell’Ottocento entrano in campo la trementina, il cloruro, l’acido borico come disinfettanti; ad alleviare non poco il problema fu l’introduzione della bollitura degli strumenti chirurgici.
La scoperta dei gruppi sanguigni, all’inizio del Novecento, rese possibili le prime trasfusioni, così l’importante scoperta dei raggi X (1895), ed alla fine degli anni Trenta sulfamidici e penicillina, nonché le nuove tecniche di anatomia, pongono il chirurgo nelle condizioni di operare decisamente in condizioni di accettabile sicurezza.
La chirurgia progredisce e vengono eseguiti interventi sugli inviolabili “santuari” come cuore – polmone – cervello – addome e la stessa anestesia diventa rianimazione.
I primi trapianti nel ‘900
Nella seconda metà del Novecento iniziano i primi trapianti e vengono alla ribalta gli altri tipi di chirurgia: endoscopica – mininvasiva – laser – plastica in day hospital con l’importante ausilio della moderna radiologia (RMN – TAC – Scintigrafia).
Infine una notazione. In Francia solo nel 1718 la corporazione dei chirurghi viene separata da quella dei barbieri e solo nel 1743 un decreto reale equipara medico e chirurgo; al barbiere resta l’odontoiatria.
Ricordiamo pure che i “norcini”, ovvero i macellai delle carni di maiale, originari di Norcia (la patria di S. Benedetto) si cimentarono anche con successo nella chirurgia.
Osmano Cifaldi
Articolo pubblicato sul tabloid L’Eco di Milano e Provincia • Consulta il nostro archivio