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I super tornelli ATM, alla prova dei fatti

A partire dal 2 gennaio, la stazione M3 di San Donato ha inaugurato i primi tornelli ATM alti di nuova generazione, segnando l’inizio di un’implementazione più ampia prevista entro la fine di febbraio. In totale, 172 nuovi tornelli saranno installati in altre sei stazioni cruciali, tra cui Duomo M3, Duomo M1, Cadorna M1, Cadorna M2, Centrale M3, e Rogoredo M3.

La caratteristica distintiva di questi nuovi varchi è la loro struttura, alta 2,3 metri, che impedisce lo scavalcamento. 

Tuttavia, i “super tornelli ATM”, come sono stati definiti da alcune testate giornalistiche, hanno già fallito, almeno la prova del “passaggio a 2”.

L’altezza (che non basta) dei tornelli ATM …ma…

Le tattiche sono molte: saltare il tornello, chiedere agli addetti ATM di entrare dall’ingresso dei disabili con la scusa che la tessera o il QR non vengano letti dalla macchinetta, attraversare i tornelli approfittando della persona che si ha davanti.

I super tornelli dovevano evitare soprattutto lo scavalco e, non in molti lo sanno sono equipaggiati con sensori in grado di rilevare l’attraversamento simultaneo di due o più persone. 

Questo sistema invia segnalazioni al sistema di supervisione, garantendo un monitoraggio costante degli accessi anomali. Sarà poi l’azienda che, con il tempo e i dati in possesso, deciderà come (e se) intervenire.

super tornelli ATM metropolitana

La polemica prima dell’installazione

I nuovi tornelli non convincevano ancor prima della loro installazione. Mentre alcuni sostenevano che l’innalzamento fosse necessario per scongiurare il fenomeno del “salto del tornello,” altri criticavano questa misura, sostenendo che si trattasse di un eccesso di zelo e che un maggiore impiego di controllori potesse essere altrettanto efficace.

In ogni caso, la decisione di ATM di investire in questi nuovi tornelli indica un impegno tangibile nella lotta contro l’evasione tariffaria, anche se il dibattito sulla “civiltà dei milanesi e non” rimane aperto.

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