Dal mio modo di guardare le cose il punto non è Vaccini si o vaccino no, ma analizzare il motivo e il perché ci sia un dibattito di questo tipo in un periodo storico in cui abbiamo la fortuna di aver già visto e sperimentato l’efficacia e la forza che i vaccini hanno nei confronti delle malattie.  

Il punto non è essere noVAX o proVAX, perché come penso vi stiate rendendo conto anche voi, questa è una battaglia politica che come al solito rivendica uno schieramento sociale e non un ideale a cui aggrapparsi. Insomma, vogliamo davvero biasimare chi non si vaccina? O meglio, facciamolo, ma dopo averne analizzato le cause e senza minimizzare o accusare d’ignoranza con una spocchia così fastidiosa e supponente.  

Il fenomeno dei noVAX non è un asteroide caduto improvvisamente sulla terra e da cui sono fuoriusciti tutti i suoi più fervidi sostenitori. I noVAX sono un movimento che vive e prospera da anni, anche accanto a gruppi politici di svariati partiti e che porta avanti una ” battaglia ” da molto prima del covid. In Italia questi fenomeni non si cercano mai di integrare nella società, ma anzi, lì si tenta di combattere deridendoli senza accorgersi che così facendo gli si dà più forza e non li si emargina.

Ora che però hanno trovato la ferita da cui fuoriuscire, li si inizia a temere e quindi a combattere con più forza, ma senza ovviamente mai tentare di ricucire uno strappo per trovare un incontro. La si butta sul principio e se la si butta sul principio capite bene che cause e ideali vanno a farsi fottere. È come prendere a testate lo stesso muro senza accorgersi che a rompersi sarà la testa e non il muro.

E i noVAX non sono i gilet arancioni di Pappalardo, ma sono milioni e milioni di Italiani e non. Ed invece che deriderli e trattarli come se fossero uomini primitivi, dovremmo chiederci come mai così tanta gente creda alle bufale che tramite catene sui social network o passaparola nei bar diventano notizie, e non si fida della scienza e delle istituzioni. Movimenti come i noVAX sono un fallimento istituzionale ed è inutile negarlo o girarci attorno. Se siamo arrivati a questo punto è perché viviamo in un paese che non aiuta, non assiste, non coinvolge e non prepara le generazioni a vivere come Dio comanda in una società civile.

In Italia non si investe nell’istruzione, nei centri culturali, nel rinnovamento del patrimonio culturale e artistico. Hanno lasciato che frangenti della politica di destra annullassero e annichilissero la figura dell’intellettuale, riducendola alla definizione di presuntuoso e spocchioso.   

Non si investe nella formazione degli individui ma si pretende che tutti seguano la bussola senza chiedersi se sia effettivamente giusta la direzione intrapresa. Quante volte sento dire: “Nel 2021 se non sai informarti sei un cretino”. Sbagliato, non è così. Se non sai informarti non sei un cretino, sei semplicemente una persona che non ha gli strumenti per farlo. Perché il tema dell’utilizzo dei social network è un grande tema che però non impegna i pensieri di nessuno, e ci si lamenta di chi non li sa usare senza trovare un modo e un metodo per insegnarglielo.  

Viviamo in un Paese che istituzionalmente non ha mai fatto nulla per combattere la retorica (che ormai purtroppo è realtà) che se continui gli studi finisci a lavorare in un fast food.  
E c’è qualcuno qui che addirittura ritiene giusto dare dell’ignorante ad una persona che per motivi economici non ha potuto finire gli studi.

Tutto questo perché lo Stato non ha fatto niente per aiutarlo ma anzi, oltre il danno pure la beffa, ti leva dalla scuola e ti da in pasto ad una società addestrata a denigrare chi non ha la stessa “medaglietta al valore”. Bella roba.  
Che poi uno può anche imparare ad informarsi, è una cosa che io negli anni mi sono impegnato a fare e nonostante sappia riconoscere una notizia vera da una finta, credete che sia facile avere piena conoscenza di ciò che accade?

I giornali si fanno la guerra tra di loro, notizie su notizie prese e girate in maniera più o meno sconvolgente. Il giornalismo riportato sui social network non è nient’altro che una gara al clickbait e gli stessi che oggi condannano e deridono i noVAX, scrivevano in maiuscolo e marcato le notizie sulle morti dovute dal vaccino Astrazeneca. Ovviamente senza mai contestualizzare analizzare e rendere chiara la dinamica che ha effettivamente portato al decesso. Giusto Piccole postille alla fine della pagina, così da non poter essere accusati di aver omesso qualcosa.

In un periodo come questo anche i giornalisti più blasonati e dai nomi altisonanti si dovrebbero vergognare. Perché? Perché chi usa la propria professione e la propria influenza per generare distanza tra chi la pensa come loro e chi no, non sta facendo informazione, ma propaganda. Fatevi un giro sulle loro pagine, non c’è informazione o approfondimento, ma solo ed esclusivamente insulti e sfottò nei confronti di chi si trova dall’altro lato del loro mai discutibile pensiero. Questa è l’informazione che tutti dovremmo seguire per non essere boomer che credono agli asini?

Da quando è scoppiato il covid siamo stati investiti da un bipolarismo informativo da diventare pazzi e se ancora nessuno ci ha capito niente, compresa la setta di virologi tramutatasi in super star del web e della televisione, la colpa è sempre e solo nostra. Quanti svariati virologi si sono impossessati delle sedie nei salotti televisivi senza mai più lasciarle andare? E non mi è difficile credere ad un dietrologismo in cui si sostiene che alcuni di questi personaggi pur di non perdere la notorietà guadagnata, ingigantiscano e ingrandiscano notizie sul covid al fine di giustificare le loro ospitate televisive.

Ora, lasciando perdere i virologi, chiedetevi come mai ai noVAX e ai no Green pass si è aggregata un sacco di brava gente che non ha mai e poi mai strizzato l’occhio al complottismo. Ristoratori, lavoratori dello spettacolo e del turismo che proprio quando vedevano un barlume di speranza si sono ritrovati davanti ad un nuovo ostacolo, altre restrizioni e limitazioni, che ne influenzerà gli stipendi ed anche le vite. 

Io credo nella libertà vaccinale così come in quella di non vaccinarsi per il semplice motivo che le istituzioni non hanno fatto nulla per tranquillizzare chi, con tutto il diritto del mondo, si è riservato dubbi e paure a riguardo. Credo che in questo periodo storico fatto di battaglie per l’uguaglianza, in cui ci si schiera a favore del DDLZAN e contro la riforma antiLGBT in Ungheria, non si possano riservare eccezioni per chi rivendica un diritto. E visto e considerato che si portano avanti le campagne pro eutanasia e aborto, che sono senza nessun tipo di dubbio campagne sul diritto alla morte, allora non si può non essere fedeli ad un principio di coerenza che ci obbliga ad accettare  la libertà di non vaccinarsi. E poi avanti, se davvero vi importasse dell’uguaglianza, come potrete mai prendere un aereo o mangiare in un ristorante con la consapevolezza che qualcuno non può farlo solo perché esprime un idea? 

C’è così tanta tristezza nel vedere come la società di oggi si sia già da tempo sgretolata e disunita, incapace di immedesimarsi e analizzare gli altri. Totalmente invogliata di combattere per i diritti, ma eccitata all’idea di sopprimerli. Punirli per convincerli, emarginarli per svegliarli, deriderli per distruggerli.  

Questo è il modus operandi di un Paese che è morto da quando ha smesso di credere nelle persone e di aiutarle a diventare pilastri per un futuro migliore. 

Leonardo Giordani


Foto di copertina: Jacek Dylag

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