Via Gaetano Sbodio è al centro del quartiere Lambrate, una delle zone di Milano più interessanti e più in espansione dell’intera metropoli.
Dal Municipio 3 al cuore di Lambrate
Il Municipio 3 di Milano è un’area relativamente ampia ma densamente popolata (è il terzo municipio a Milano per densità abitativa dopo il municipio 1 e 2) che comprende diversi importanti quartieri della città: Cimiano, Feltre, Buenos Aires, Porta Venezia, Città Studi, Lambrate e Ortica fanno tutti parte di questo Municipio.
Lo storico quartiere di Lambrate, che è stato comune autonomo fino al 1923, ha sempre avuto un’anima industriale nella zona ad est e una più residenziale-abitativa ad ovest. Queste due anime hanno convissuto negli anni con alterna fortuna fino a quando, nell’ultimo decennio, il quartiere è diventato un importante polo del design con il “Lambrate Design District” rendendo improvvisamente la zona appetibile al mercato immobiliare, in particolare la quella adiacente a via Ventura.
Con l’espansione progressiva della città e un’urbanizzazione tutto sommato ancora in divenire il quartiere sta cambiando pelle, ne sono la dimostrazione il grande progetto di recupero dello scalo, che aggiungerà al quartiere circa 300 alloggi, e le due nuove aree residenziali di via Bistolfi.
Guardando più a est, ma senza oltrepassare la linea della tangenziale dove c’è l’enorme e problematica area dell’ex Innocenti, troviamo ancora un’area fatta di industrie più o meno importanti tra cui spicca il sito produttivo del Birrificio Lambrate. È questa l’area di via Sbodio che da via Rombon conduce nel cuore di Lambrate.
Il “caso” di via Sbodio
Via Sbodio, via Oslavia e il fiume Lambro disegnano un triangolo di città fatto di capannoni e attività commerciali di vario genere.
Il passare degli anni, la crisi economica e la sempre maggiore difficoltà di mantenere siti produttivi in un contesto urbano hanno portato al progressivo abbandono di alcune strutture che, da anni, sono state a fasi alterne (e lo sono ancora, NdR) rifugio di senzatetto o asili illegali per disperati e delinquenti.
Sotto i riflettori dell’attualità ci sono due stabili di via Sbodio 14 e 16, due aree abbandonate di proprietà di privati dove residenti e passanti hanno fotografato recentemente un viavai di persone. Qualche temerario ha anche documentato lo stato degli interni dove si trovano giacigli, fornelli a gas, strumenti da cucina, vestiario e addirittura passeggini… insomma, tutto quello che serve per vivere stabilmente in strutture prive di acqua corrente, luce elettrica o riscaldamento.
Sempre in via Sbodio, all’angolo con via Folli, c’è una seconda area di circa 3.500 metri quadri in stato di abbandono. Questa non è accatastata come residenziale ma, grazie alle regole sulle “radicali trasformazioni” e alla presenza di complessi abitati, può essere acquistata e riconvertita facilmente.
Un po’ più lontano, ad est, la grande area di ben 11.500 metri quadri in via Arrigi, all’ombra del palazzo della Bracco Imaging, è anch’essa in vendita come “terreno edificabile”. Anche qui è prevista demolizione delle strutture esistenti e la ricostruzione con nuove unità abitative …nonostante tutt’intorno sia fortemente industrializzato.
Ultima area da citare nelle adiacenze di via Sbodio è quella dove sorgerà presto il Lambrate Twin Palace. Secondo quanto si apprende da Ubanlife, al posto di due grandi capannoni, tra via Sbodio e via Massimano sorgeranno “due palazzine separate da un giardino privato e dall’elegante architettura”.
Il lussuoso complesso è tragicamente dirimpettaio degli edifici al civico 14 e 16 oggi “frequentati” abusivamente e di cui non si conosce il futuro.
Il grande problema della “rigenerazione urbana”
Nonostante lungo via Sbodio, salvo alcune eccezioni, non ci siano ancora abitazioni residenziali alcune voci hanno denunciato in passato, a nome dei cittadini, la situazione di disagio e illegalità come un problema di sicurezza. Anche se non ci sono stati fatti di cronaca collegati specificatamente, effettivamente, la situazione non è rosea.
“Ci sono decine di bombole di gas, non si può sapere se piene o vuote, lasciate qua e là all’interno delle stanze occupate. Ci sarebbe anche una diffusa presenza di amianto in condizioni precarie, e sappiamo tutti che la dispersione delle fibre di questo materiale è altamente cancerogena e pericolosa per la salute dei cittadini”.
“Sono molte le ragioni che ci portano a chiedere uno sgombero immediato serve anzitutto un intervento di messa in sicurezza e pulizia dell’area, agendo nei confronti della proprietà ed intimando loro gli opportuni interventi”.
Queste due sono solo un esempio delle affermazioni raccolte in merito alla situazione in essere.
Per il futuro, sempre più prossimo, si può prevedere che l’area subirà una radicale trasformazione e i problemi si acuiranno a meno di mettere in campo politiche progettuali urbanistiche ad ampio respiro che possano traghettare il quartiere dalla fase industriale a quella residenziale.
È in fondo questo lo scopo primario della cosiddetta “rigenerazione urbana” che, occorre sottolineare, non è la semplice ricostruzione o riqualificazione degli edifici. Il principale obiettivo è, invece, rendere le città a misura d’uomo e delle sue esigenze assecondando i bisogni in termini di vivibilità e fruibilità della città stessa (mezzi pubblici, consumo del suolo, qualità della vita).
Si attende un periodo di tempo relativamente lungo dove le due anime della zona di via Sbodio dovranno necessariamente convivere, periodo in cui gli amministratori e i politici dovranno affrontare, preferibilmente in anticipo, problemi ben più seri delle occupazioni o del vandalismo negli edifici dismessi.