Dopo la chiusura della Milano Wine Week il vino lombardo volge lo sguardo ai mercati esteri (nel primo semestre, infatti, la richiesta dall’estero è cresciuta del 11,7%) e mira a consolidare la domanda interna puntando sulla qualità della filiera e sulle produzioni caratterizzate da un forte legame con il territorio.

Da un lato i mercati internazionali, dall’altro i consumi interni in ripresa grazie alla progressiva riapertura di pubblici esercizi e ospitalità, sulla spinta dell’incremento delle vendite nella grande distribuzione e della voglia sempre più diffusa di turismo enologico tra i viaggiatori italiani e stranieri.

Com’è andata la Milano Wine Week

Presentata in pompa magna a luglio la Milano Wine Week ha registrato una buona partecipazione. Secondo gli organizzatori sono stati più di 15mila scaricamenti della app W e quasi 250mila le persone coinvolte nei 9 giorni di manifestazione. 

“È per noi senza dubbio un’edizione storica – ah affermato  Federico Gordini, presidente e ideatore della Milano Wine Week –. Abbiamo confermato quello che hanno compreso tutti: Milano è il luogo dove costruire il futuro della comunicazione del vino. Milano è l’unica piazza italiana dove è possibile dare vita a una manifestazione in grado di coinvolgere tutti gli attori della filiera e il pubblico consumatore. Il sold-out della quasi totalità degli eventi aperti al pubblico, abbinato a un importante incremento delle presenze degli operatori alle attività business ne è la testimonianza”.

A nostro modestissimo parere MWW ha ottime potenzialità ma soffre ancora per il suo carattere “diffuso” (sono 9 i quartieri di Milano coinvolti) che impedisce di fatto capire se gli appuntamenti organizzati fossero frequentati effettivamente da interessati o se a fare il pienone fossero semplici avventori attirati dall’incontro “a tema”.

La rassegna è stata comunque interessantissima e l’app ha permesso di programmare e prenotare con semplicità le varie “casting experience”. Un modello sicuramente da promuovere e replicare per allargare al grande pubblico. Le potenzialità ci sono.

Il territorio lombardo vanta 5 Docg, 21 Doc e 15 Igt

È in questo scenario, caratterizzato dalla voglia di valorizzare ulteriormente le peculiarità di una produzione frutto di un territorio unico in termini di varietà, climi e terroir, che i vini della Lombardia si presentano a Vinitaly Special Edition, in programma a Verona dal 17 al 19 ottobre.

La manifestazione, Alpi importante e conosciuta d’Italia per quanto riguarda il settore vitivinicolo, rappresenta l’occasione per tornare a proporsi a buyer, operatori del settore e giornalisti e presentare con la consolidata formula della collettiva lombarda – che riunisce istituzioni, consorzi e produttori – ciò che di meglio sa offrire un territorio che vanta ben il 90% di vini a Denominazione di qualità, grazie a 5 Docg, 21 Doc e 15 Igt.

Cosa si vedrà a Verona 

Quest’anno il Vinitaly, che si tiene solitamente tra marzo e aprile e l’anno scorso non si è fatto per motivi legati alla pandemia, si svolge in una “Special Edition” fuori stagione dal 17 al 19 ottobre che a molti non sarà gradita: i biglietti di ingresso non sono acquistabili né online, né onsite, per visitare la manifestazione è necessario compilare il modulo di registrazione per candidarsi al “Vinitaly Buyers Club”. Saranno dunque i membri dell’organizzazione a decidere se ammettere o meno il richiedente.

I curiosi, i semplici interessati e gli appassionati dovranno attendere il 2022 quando la rassegna veneta tornerà, si spera, alla normalità (dal 10 al 13 aprile).

Quest’anno, se, da una parte, verranno meno le folle di curiosi e interessati, dall’altra la rassegna si concentra maggiormente sulla qualità e al B2B in netta fase di ripresa.

A dimostrazione di ciò la forte presenza di consorzi di tutela lombardi che si presenteranno a Verona: 

 Fabio Rolfi, Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia

Rolfi: “Raccontare il legame indissolubile tra vino e territori lombardi”

“Il vino è il prodotto che meglio rappresenta un territorio e può essere quindi il simbolo della ripartenza economica di settori come agricoltura, turismo e fiere”, ha dichiarato Fabio Rolfi, Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia

“La Lombardia può vantare un patrimonio di oltre 90 vitigni coltivati e una qualità dei vini sempre più conosciuta e apprezzata nel mondo. La sfida per il futuro è quella di esplorare nuovi mercati raccontando all’esterno il legame indissolubile tra vino e territori di Lombardia, le tecniche di produzione sempre più sostenibili e il lavoro agricolo che si cela dietro una etichetta”.

Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia

Auricchio: “Il turismo di prossimità premia i vitigni autoctoni”

“Nell’ultimo anno e mezzo gli italiani hanno scelto con decisione il turismo di prossimità, che si è dimostrato essere una scelta molto apprezzata che ha consentito di riscoprire anche i vini lombardi”, commenta Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia. “Sono state particolarmente ricercate le realtà a conduzione famigliare, quelle che valorizzano i vitigni autoctoni e le denominazioni di qualità maggiormente rappresentative del legame tra il vino e il territorio”.

L’enoturismo e le nuove tecnologie in vigna

La pausa forzata del 2020 è stata messa a frutto dallo straordinario spirito imprenditoriale lombardo e dalle aziende per fare ricerca e adottare nuovi strumenti utili per aumentare ulteriormente i livelli qualitativi. Le oltre 3 mila imprese del comparto vitivinicolo, un quarto delle quali a guida femminile, hanno valorizzato la biodiversità – sposando metodi produttivi che riducono l’impatto ambientale – per adottare strumenti avanzati per migliorare la qualità delle produzioni, ridurre l’impronta carbonica e ottimizzare l’utilizzo delle risorse, a partire da quelle idriche. 

Mantenere e accrescere la qualità nel rispetto dell’ambiente

Oggi la Lombardia rappresenta un laboratorio unico dell’agricoltura 4.0 e della sperimentazione di nuove tecnologie applicate alla coltivazione, con l’obiettivo di mantenere e accrescere la qualità nel rispetto dell’ambiente.  Gli esempi sono numerosi: analisi della qualità delle uve e delle annate con rilevamenti satellitari, sensori intelligenti in vigna per tenere sotto controllo gli zuccheri, l’acidità e la maturazione delle uve, droni per monitorare gli appezzamenti di terreno, irrigazione di precisione, fino all’analisi delle singole zolle di terra.

Le Master Class sui vini lombardi organizzate da Ascovilo

A Vinitaly Special Edition, nello spazio espositivo finanziato e realizzato da Regione e Unioncamere Lombardia, verrà allestita un’area degustazione ad hoc destinata a ospitare nove Master Class organizzate da Ascovilo,l’associazione dei Consorzi Vitivinicoli Lombardi, per valorizzare le peculiarità delle singole produzioni. Una novità che vedrà impegnati esperti del calibro di Paolo Massobrio e Marco Gatti, giornalisti e critici enogastronomici, Marco Sabellico, curatore della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, e Alberto Lupini, direttore di Italia a Tavola

Prandini: “Con ristoratori ed enoteche per avviare la ripartenza”

I nostri principali ambasciatori, che sono i ristoratori e le enoteche, hanno vissuto insieme ai produttori un momento difficile e solo nella coralità delle azioni possiamo trovare la chiave per mettere in moto una ripartenza che non sia solo di rimbalzo – spiega Giovanna Prandini, Presidente di Ascovilo – ma sincera e fattiva perché anche in Lombardia, come in altre Regioni, il vino a km 0 sia protagonista delle carte dei vini e dell’offerta nell’HoReCa lombardo”.

Vino e latte colonne portanti della filiera agroalimentare lombarda

“Il vino e il latte da cui derivano le eccellenze casearie come il Grana Padano, nostro partner di progetto nella misura 1144, sono colonne portanti della filiera agroalimentare della Lombardia”, prosegue la Presidente di Ascovilo, protagonista del progetto insieme al Consorzio Tutela Grana Padano. “A Vinitaly abbiamo organizzato nove eventi di degustazione congiunta con focus di territorio e tematici per esplorare tutte le ipotesi di abbinamento, dalle più classiche e tradizionali alle più estreme, per sorprendere e stimolare la fantasia dei nostri ristoratori. Straordinario è stato il gradimento del bando #iobevolombardo e da lì dobbiamo ripartire per offrire nel 2022 ai ristoratori progetti formativi e di sviluppo commerciale che valorizzino le nostre eccellenze”.

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